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Violento temporale nel Goceano, danni ingenti in particolare a Bono e Anela
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Cagliari Non è ancora una casting, ma lo sarà presto. Se il Campo largo dovesse prendere forma, le premesse ci sono tutte, la scelta del candidato presidente sarà tutt’altro che facile per chi oggi sta all’opposizione ma vuole vincere le prossime Regionali, dopo aver perso malamente quelle del 2019. Certo, il programma è ancora tutto da scrivere, non c’è neanche una bozza, e soprattutto non si sa chi lo scriverà. Pd e 5 Stelle sono sempre più vicini e se alle Comunali di fine mese, leggi il voto ad Assemini, quel laboratorio dovesse convincere gli elettori, l’accelerazione sarebbe immediata. Ma non basterà quest’accordo, seppure importante e portante, a battezzare da solo il Campo largo. In Sardegna, attorno a quel tavolo dovranno sedersi anche altri, perché davvero nasca un blocco unico anticentrodestra. Nella lista dei potenziali invitati, dovranno esserci di sicuro i partiti alla sinistra dell’asse Pd-5 Stelle, ma anche quelli moderati, o centristi che dir si voglia, senza tralasciare le forze civiche e neanche la galassia indipendentista. Dunque, tirate le somme, il futuro candidato-governatore di un possibile Campo larghissimo dovrà andar bene non solo a questo o a quello, ma proprio a tutti.
Come sceglierlo Il leader del 2024 potrebbe venir fuori dal tavolo della coalizione, ma finirebbe per essere un nome calato dall’alto e di questi tempi partirebbe con un handicap non da poco. Le imposizioni non sono certo quanto si aspettano gli elettori, sempre più sfiduciati e in fuga dai seggi, e quindi desiderosi di essere coinvolti soprattutto nelle decisioni importanti. La soluzione, invece, potrebbero essere le primarie di coalizione, ad esempio ottobre, dando così la possibilità a chi sarà designato dalla base di lanciare sin da subito una campagna elettorale tambureggiante.
Nomi in campo Per ora esistono solo potenziali candidati, senza sapere ancora quali e quanti saranno gli alleati e neanche su chi ricadrà l’onere-onore di proporre uno dei suoi. Potrebbe essere il Pd, riprendendosi così la leadership dopo la candidatura del progressista Massimo Zedda nel 2019. È difficile, però, che i 5 Stelle si facciano da parte dopo aver messo a segno il sorpasso sui Dem alle Politiche di settembre. Così come, sempre al tavolo o per le primarie, anche le liste civiche e i moderati potrebbero pretendere di avanzare un nome. Stando alle indiscrezioni del momento, il Movimento avrebbe in mente l’attuale deputata Alessandra Todde, con la possibile benedizione nazionale del presidente Giuseppe Conte, oppure Desirè Manca, consigliera regionale uscente, che ha già in azione un suo primo gruppo di sostenitori e andrebbe anche meglio al coordinatore sardo, il senatore Ettore Licheri. La sfida è in atto e subito dopo l’estate dovrebbe essere molto più chiaro su chi delle due potrebbe ricadere la scelta. Il Partito Democratico, dal canto suo, ha una rosa più vasta di potenziali governatori: dal deputato Silvio Lai all’ex parlamentare Romina Mura, passando semmai anche per il trentacinquenne Mauro Usai, sindaco di Iglesias e ricandidato per lo stesso ruolo a fine mese. Attenzione, però, dopo la svolta a sinistra, con l’elezione a segretario nazionale di Elly Schlein, qualche altro nome potrebbe essere in arrivo dalla società civile. Anche se, nonostante la ritrovata e sbandierata unità regionale, comunque il Pd dovrà fare sempre i conti con le correnti interne. E infatti l’alleanza che ha portato alla vittoria Piero Comandini per la segreteria sarda, dagli ex Diesse ai soriani, da Sardegna futura alla Sinistra, non potrà tirare troppo la corda. Ad esempio con i Riformisti, guidati da Antonello Cabras e Giuseppe Meloni, che comunque hanno dimostrato di avere più voti degli avversari nonostante poi siano usciti sconfitti nella conta finale. Ancora meno la corda potrà essere tesa con i Popolari di Paolo Fadda e Cesare Moriconi, ora sull’aventino – si sono autoesclusi dalla corsa per la segreteria – e che tra l’altro, secondo alcuni, sarebbero già in contatto con Giuseppe Luigi Cucca, coordinatore di Azione-Calenda, per mettere su un gruppo centrista di peso e contrappeso nel Campo largo. Dove un ruolo vorrà avere anche Europa-Verdi, in cui sono confluiti tutti i consiglieri regionali di sinistra, esclusi i Progressisti. A sorpresa un nome per le primarie potrebbe arrivare proprio da quella parte. Oppure dai movimenti civici, con in testa alcuni intraprendenti amministratori comunali. In questo caso potrebbe essere Graziano Milia, sindaco di Quartu, che ha detto: «Non starò in silenzio». Infine, il leader di questo Campo largo, o meglio larghissimo, dovrà piacere anche agli indipendentisti. Ma oggi questa galassia appare ancora incerta se accettare o meno l’invito se stare di nuovo a contatto con i partiti nazionali, come fece in gran parte nel 2014, che è anche l’anno dell’ultima vittoria del centrosinistra alle Regionali.