Antincendio

Forestale, stop per 400 agenti

di Claudio Zoccheddu
Forestale, stop per 400 agenti

Sono stati dichiarati inabili al lavoro sul campo per raggiunti limiti di età o acciacchi. In sofferenza l’ispettorato di Tempio, le nuove reclute non colmano i buchi di organico

21 maggio 2023
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Sassari Dal meteo degli ultimi giorni non si direbbe, ma l’estate è alle porte e l’isola si presenta all’esordio della stagione dei roghi con un gravissimo problema numerico che ha ridotto il numero degli agenti in campo dai 9.350 schierati nel 2022 ai 7.400 che invece opereranno quest’anno.

Forestale in crisi L’agenzia Forestas è stata svuotata dall’esodo dei pensionati e il Corpo Forestale è stato quasi dimezzato dalle procedure di inabilità relative ai suoi dipendenti. Dei circa mille agenti inquadrati, il 40 per cento è destinato a non poter partecipare alla prossima campagna antincendi della Regione. La spiegazione è nell’età media degli agenti, circa 60 anni, che ha fatto germogliare le pratiche di inabilità ad un’attività che, per essere svolta, prevede una perfetta forma fisica. Dunque, circa 400 agenti (tra cui anche alcuni che hanno maturato la pensione) non potranno far parte degli organici della campagna antincendio.

Un drastico calo del personale che pesa soprattutto sull’Ispettorato ripartimentale della Forestale di Tempio, che durante l’estate vigila su tutta la Gallura e sui circa 200 chilometri di costa compresi tra Badesi e San Teodoro. Una zona complicata per via dell’enorme pressione turistica che, inoltre, in passato è stata lo sfortunato teatro dei devastanti incendi di Curraggia, tra Tempio, Bortigiadas e Aggius, che nel 1983 causò 9 vittime, e di Milmeggiu, tra San Pantaleo e Portisco, che nel 1989 provocò la morte di 13 persone.

L’ispettorato Forestale di Tempio non è l’unico che sarà costretto fare i conti con un organico ridotto all’osso. Nell’elenco delle sedi sotto organico figurano anche le aree dell’Ogliastra e del Sulcis, a cui si aggiungeranno i problemi di carenza di personale in altre stazioni sparse in tutta l’isola.

La denuncia «Generalmente a 60 anni nei corpi di polizia, e nei vigili del fuoco, si va in pensione – spiega Sergio Talloru, dirigente del Saf, il sindacato autonomo del Corpo forestale –. Non è un caso, a quell’età la forma fisica non è più quella di un tempo e certi lavori non sono più sostenibili. Capita anche alla Forestale, perché per affrontare un incendio l’esperienza è fondamentale ma non è sufficiente. Serve un tono muscolare adeguato, gli acciacchi non sono facili da smaltire e poi ci sono le patologie. E quando l’età media è alta come quella dei Forestali della Sardegna, è normale che si accumulino le pratiche di inabilità».

Le 90 reclute in arrivo potranno tamponare l’emergenza ma per risolverla sarà necessario qualcosa in più: «Saranno di grande aiuto, non c’è dubbio – continua Talloru – ma anche loro non hanno esperienza e non potranno essere affiancati da colleghi esperti. E poi ci saranno i volontari, che stimiamo per dedizione e volontà, ma anche loro spesso non hanno esperienza».

Eppure, le schede anagrafiche degli agenti del Corpo forestale non sono documenti classificati e il problema si sarebbe potuto affrontare con maggiore tempestività: «Sono anni che indichiamo il problema e chiediamo una soluzione. Tutto nasce dai vincoli imposti dal Governo, come il blocco del turnover che da Mario Monti in poi è stato sostanzialmente una costante, ma la Regione avrebbe dovuto far valere la propria autonomia. È vero che le assunzioni erano bloccate però per i vigili del fuoco e per i corpi che hanno un ruolo essenziale ci sono state deroghe che l’amministrazione regionale non è stata in grado di programmare nel corso degli anni».

Dunque, davanti ad organici ridotti l’aspetto della prevenzione diventa fondamentale: «Il clima e la vegetazione in alcuni periodi dell’estate sono fanno si che da una scintilla possa nascere un enorme rogo. Per circa due mesi all’anno siamo seduti su una polveriera, bisognerebbe ricordarlo», conclude il sindacalista.

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