La Nuova Sardegna

Violenza sulle donne

Se il pm esalta il patriarcato

di Vanessa Roggieri
Se il pm  esalta il  patriarcato

L'incredibile sentenza del pm di Brescia che ha assolto un marito violento del Bangladesh perché quel tipo di rapporto secondo il magistrato è giustificabile in quanto radicato in alvei culturali differenti da quelli nostrani, e perciò non condannabili secondo la legge italiana

16 settembre 2023
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Quando accadde l’omicidio di Saman Abbas, la giovane pakistana uccisa dalla famiglia perché si era rifiutata di sottostare al matrimonio combinato, l’Italia fu attraversata da un’ondata di orrore e ripugnanza. Si parlò di cultura violenta e retrograda che appartiene a persone che non parlano la nostra lingua, una specie di retaggio troglodita che sopravvive in Paesi arretrati, lontani da noi anni luce, posti dove è ammessa la soppressione del proprio sangue per motivi di stirpe, orgoglio e interesse. Saman si è ribellata, ha chiesto aiuto, nessuno l’ha ascoltata e alla fine è morta. Mai più altre Saman Abbas, mai più donne cancellate nell’ombra di enclave culturali impenetrabili, fu la promessa unanime che l’Italia formulò all’epoca. Ma forse l’unanimità che pensiamo naturale e scontata non esiste, il rigetto nei confronti di simili barbarie non tocca tutti nella stessa maniera.

Per qualcuno quel rigetto è invece accettazione di un sistema giustificabile nelle sue componenti più violente e discriminanti proprio perché radicato in alvei culturali differenti da quelli nostrani, e perciò non condannabili secondo la legge italiana. “La compressione della libertà morale e materiale sono frutto di un impianto culturale e non della coscienza e volontà di annullare (la moglie), perché la disparità uomo donna è un portato della cultura che la medesima parte offesa aveva persino accettato in origine”: questa in sostanza è la motivazione che sta alla base della richiesta, da parte del pm della Procura di Brescia, di assoluzione del cittadino bengalese accusato di aver vessato e picchiato la moglie, una richiesta pericolosissima, che oltraggia la vittima e l’intero sistema giuridico italiano che si presume non debba ammettere “scriminanti estranee alla nostra legge”.

Un pubblico ministero che nel formulare le sue conclusioni è inquinato da pregiudizi e convincimenti che attingono ad altre fonti, un pm che pretende di fare il sociologo, l’antropologo, addirittura lo psicologo conoscitore delle più intime e vere pulsioni dell’imputato, non è ovviamente in grado di condurre indagini, accusare o salvare con libera coscienza. Le sue assurde deduzioni sono talmente gravi da aver spinto una procura, per la prima volta nella storia, a dissociarsi pubblicamente da “qualsiasi forma di relativismo giuridico”, e dichiarare altresì di aver sempre perseguito la violenza morale e materiale nei confronti delle donne a prescindere da qualsiasi riferimento culturale. Il pm di Brescia non conosce le condizioni giuridiche e istituzionali del Bangladesh, ignora gli sforzi dello Stato straniero di estirpare quel sistema di violenta cultura patriarcale, in cui la donna non vale nulla e subire, specie in ambito domestico, è la triste regola; assolvendo l’imputato in triplice forma – perché di fatto, per suo conto, è ciò che fa sul piano morale, culturale e legale – il pm si rende complice nonché sostenitore di quel sistema patriarcale violento che le civiltà già evolute, o in corso di evoluzione, stanno cercando faticosamente di abbattere. Il pm di Brescia oltre a pretendere di conoscere la sincera volontà dell’imputato, modifica la realtà riferendo che la parte offesa in origine aveva accettato il portato culturale della disparità tra uomo e donna: in pratica sarebbe come dire che ci si è infilata da sola in quella situazione, sua è la colpa, sua la responsabilità di accettarne le conseguenze. L’insulto è doppio, la vittima è colpevole di essere vittima, tanto peggio per lei che si è sposata il lupo; peccato che la “vittima” non abbia accettato un bel niente, dato che a 17 anni è stata venduta al cugino per 5 mila euro. Ha tentato di ribellarsi, lei che è cittadina italiana, ma non è servito a nulla. È stata comunque fortunata, se così possiamo dire data la vita da schiava che ha condotto, non ha fatto la fine di Saman solo per pura casualità. Qualcuno lo spieghi al tanto comprensivo pm di Brescia.


 

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