Con turisti, contadini e artisti l'Asinara può vivere tutto l'anno
Il sindaco di Porto Torres: «Prima però servono infrastratture e servizi»
Sassari L’idea del ministro Nello Musumeci è in realtà l’anticipazione di un desiderio comune: ripopolare l’Asinara. Non sarà facile, questo è certo, ma nemmeno impossibile. Perché l’isola ha la caratteristiche giuste per rinascere, a patto che contestualmente vengano realizzate le infrastrutture necessarie. Ma, come emerso durante il convegno AsinaraLab, organizzato da Sae Sardegna e dal Comune di Porto Torres, prima di mettersi al lavoro sarà necessario tracciare un sentiero attraverso l’intricatissimo sottobosco di competenze, vincoli e proprietà che rendono la vita sull’isola molto complicata anche in prospettiva futura. Una volta sfalciata la componente burocratica, si dovrà passare ai fatti. Banalmente, all’Asinara manca l’acqua, l’energia elettrica e anche la copertura internet. Caratteristiche essenziali per immaginare una rinascita.
Le idee Le richieste di residenza all’Asinara non sono una novità dell’ultima ora. Anzi. La conferma arriva dal sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas: «Per ripopolare l’isola ovviamente partirei proprio da chi vorrebbe già risiedere sull’isola – spiega il sindaco –. In Comune se ne parla spesso e sono convinto che se ci fossero i servizi, i primi a trasferirsi in pianta stabile sarebbero gli operatori turistici, e non solo, che lavorano all’Asinara. La maggior parte di loro vorrebbe viverci tutto l’anno, non è una novità». Ma non sarebbero gli unici: «Questo discorso non può prescindere dalla presenza dell’acqua, dell’energia e della linea internet ma sono certo che allevamento e agricoltura potrebbero ritagliarsi un futuro interessante – aggiunge Mulas –. I privati, poi, potrebbero investire per il recupero di qualche immobile, magari sfruttando formule in grado di incentivare questo tipo di progetti. Anche l’idea del ministro Musumeci di liberare gli immobili che ora no sono utilizzati, mediando tra le diverse proprietà pubbliche, è orientata in questo senso. E magari qualcuno potrebbe finire anche Comune di Porto Torres, che non ha un metro cubo di proprietà nella “sua” isola».
A questo punto, all’Asinara ci sarebbero servizi e immobili moderni: «E diventerebbe una mate ambita, soprattutto dopo che la Pandemia ci ha insegnato come sia possibile vivere lontano dal posto di lavoro. Lo smart working è un aspetto interessante, ma vi si potrebbe aggiungere anche chi lavora con la fantasia, come gli artisti. Sull’agricoltura e la ricerca, ci sono già esempi a cui fare riferimento. Parlo di Farmasinara, o degli studi dell’università di Sassari sulla piantumazione di vitigni e delle erbe mediche.
Al convegno AsinaraLab ha partecipato anche l’assessore regionale all’Ambiente, Marco Porcu: «L’Asinara ha la potenzialità per attirare diversi tipi di flussi, non solo quello turistico. In realtà ho più di un dubbio legato alla nascita di una comunità stabile sull’isola, ma questo non vuol dire che l’isola non possa essere abitata tutto l’anno e non solo nel periodo in cui ci si arriva per fare il bagno in una delle sue cale. Per questo dico che dovremo creare gli spazi per ospitare gli operatori, ma anche le foresterie per i turisti e magari un albergo diffuso recuperando gli immobili abbandonati o fatiscenti. L’Asinara ha una storia affascinante e diverse potenzialità agricole, mi riferisco soprattutto alla vigne ma anche la possibilità di riprendere in mano l’allevamento che, con piccolo caseificio, potrebbe essere autonomo». L’assessore ha anche altre proposte da lanciare: «Vista la tranquillità dell’isola, si potrebbe destinare qualche struttura ad un hub sanitario, con un centro di recupero, o anche strutture dedicate al relax».
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