La Nuova Sardegna

Le insidie della rete

Minori a rischio: sempre connessi e più vulnerabili, ora scatta il blocco

di Roberto Petretto
Minori a rischio: sempre connessi e più vulnerabili, ora scatta il blocco

Da martedì le limitazioni dell’Agcom su 8 tipi di siti

19 novembre 2023
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Sassari Sempre più connessi e sempre più legati all’uso di apparecchi elettronici. Con tutto ciò che questo legame comporta, anche in termini di rischi. Per i ragazzi, gli adolescenti, ma anche i bambini, il rapporto con i device elettronici e con la rete è diffuso sia per fasce di età che per impiego durante l’arco della giornata, esponendo soggetti potenzialmente vulnerabili a grandi insidie. Tanto che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha introdotto delle limitazioni che entreranno in vigore dalla prossima settimana: si tratta di “blocchi” che impediranno, negli smartphone intestati ai ragazzi, l’accesso a una serie di siti.

Dal 21 novembre verrà infatti impedito l’accesso a otto categorie di siti annoverati nella delibera dell’Autority come inappropriati nel caso in cui ad accedere siano cellulari con una sim card intestata a ragazzi che hanno meno di 18 anni. In caso di persona maggiorenne, può essere chiesto il blocco in un secondo momento. Stesso discorso se la sim utilizzata dal minore è intestata a un genitore.

Le otto categorie che diventeranno “off limits” sono queste: siti che «forniscono informazioni, promuovono o supportano la vendita di armi e articoli correlati»; i siti «sul gioco d’azzardo e le scommesse»; siti che «promuovono violenza»; siti che «promuovono o supportano atteggiamenti razzisti»; siti che «promuovono disturbi alimentari o l’uso di droghe»; siti che« forniscono strumenti per rendere irrintracciabile l’attività online»; siti «legati a sette religiose»; siti per adulti «dove vengono diffusi contenuti pornografici e dove possono essere acquistati beni e servizi di natura simile».

Provvedimenti necessari o esagerati? A guardare i numeri l’iniziativa del garante sembra del tutto giustificata. Una recentissima analisi di Save the children, pubblicata in occasione della Giornata mondiale dell'Infanzia, dice infatti che in Sardegna il 71% di bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni utilizza internet tutti i giorni, mentre si abbassa sempre di più l’età in cui si possiede o si utilizza uno smartphone.

Cosa rischiano questi giovani e giovanissimi nel loro approccio con la rete? Sempre secondo il report di Save the children il 13,7% degli adolescenti tra gli 11 e i 13 anni è vittima di cyberbullismo. In Sardegna, ragazze e ragazzi sfruttano la connessione per la messaggiare (93%), guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social media (79%) - con Facebook in picchiata mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat - e l'uso dei videogiochi (72,4%). Alle ragazze piacciono di più i social, ai ragazzi i videogiochi. I ragazzi usano la rete anche per informarsi: il 28,5% degli 11-17enni legge riviste e giornali online (percentuale che sale al 37% nella fascia 14-17 anni) e sfrutta i social media come canali di informazione, anche se non sempre dichiara di sapersi difendere dalle insidie delle fake news. I giovani usano i social media per diffondere informazioni e fare attivismo, sfruttando anche la facilità di collaborazione e di partecipazione che offrono le piattaforme digitali.

In questa situazione il provvedimento dell’Agcom come potrà influire? «La rete internet non è stata pensata per l’infanzia- dice Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children. Le sue regole, i suoi algoritmi, i suoi business non sono disegnati per accogliere i tanti bambini e adolescenti che oggi la popolano. È sotto gli occhi di tutti l’urgenza di ridisegnare gli ambienti digitali per farli diventare spazi sicuri».

L’entrata in vigore il 21 novembre della delibera dell’Agcom con cui le sim intestate ai minori non avranno più accesso a contenuti inappropriati, secondo Save the children «deve rappresentare solo il primo passo di un piano più ampio per un ambiente digitale a misura di bambini, bambine e adolescenti - dice ancora Raffaela Milano -. Occorre sciogliere i nodi tecnici per verificare l’effettiva età di chi si iscrive ai social, rafforzare il contrasto alla produzione, diffusione e fruizione di immagini pedopornografiche, alla diffusione di immagini private senza consenso, del cyberbullismo, dei discorsi di odio e di tutto ciò che rende oggi violento e distruttivo l’impatto con la rete per i giovani naviganti».

C’è anche un altro rischio: secondo una recente indagine dell’Istituto superiore di sanità, in Italia il 22,1% dei bambini di 2-5 mesi passa del tempo davanti allo schermo (tv, computer, tablet o smartphone), per la maggior parte per meno di un’ora al giorno.

Tutto questo nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – accolte anche in Italia dalla Società italiana di pediatria (SIP) –di non utilizzare dispositivi digitali per i bambini di età inferiore ai 2 anni.

«I livelli di esposizione crescono con l’aumentare dell’età - denuncia ancora Save the children -: se si considera il tempo di fruizione complessivo, che va da meno di un’ora a oltre tre ore, la percentuale di bambine e bambini che ha un’esposizione agli schermi tra gli 11 e i 15 mesi d’età in media arriva al 58,1%, quasi 3 su 5».

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