La Nuova Sardegna

Femminicidio

La Sardegna per Giulia, il giorno del silenzio e del rumore. L’emozione degli studenti

La Sardegna per Giulia, il giorno del silenzio e del rumore. L’emozione degli studenti

Nelle scuole dell’isola mattinata di riflessione per la morte di Giulia Cecchettin. Il gip su Filippo Turetta: «Ha infierito sulla vittima. Morta dopo 22 minuti di agonia»

22 novembre 2023
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Sassari Anche nelle scuole sarde, dalle primarie alle superiori, ieri si è fatto silenzio, ma si è anche parlato. Per un omaggio alla memoria di Giulia Cecchettin, uccisa in modo brutale dall’ex fidanzato, e di tutte le altre vittime di una violenza che arriva da vicino, dalle persone che professavano amore. Silenzio, quindi, ma anche un rumore di ribellione alla morte, un segno di vita. In tante scuole sarde ai momenti di silenzio (o di rumore) gli insegnanti hanno voluto far seguire delle discussioni. Hanno raccontato ad alunni e studenti quello che è avvenuto in questi giorni. Anche ai più piccoli, nella forma dovuta, è stato descritta la tragedia che ha avuto come vittima Giulia. Tantissimi sono rimasti colpiti ed emozionati, sino alle lacrime, per un racconto così drammatico e per una vicenda accaduta a ragazzi comuni come loro. Ed è proprio quello dei giovani il terreno su cui bisogna insistere maggiormente, con un processo di educazione al rispetto. C’è chi lavora da tempo in questa direzione: l’associazione Prospettiva Donna gestisce tra Olbia e Oristano due centri antiviolenza e due case rifugio e ha organizzato con i docenti delle scuole di Olbia un corso di formazione. Obiettivo: lavorare sull’educazione sentimentale dei giovanissimi.

Lavoro duro, che richiede pazienza e tempo, perché da tante altre parti ai giovani e giovanissimi arrivano messaggi di segno opposto.

Stavolta però un’ondata di emozione ha percorso tutta l’Italia per la morte di Giulia.

Da un lato il silenzio suggerito, e osservato, dal ministro Valditara; dall’altro il chiasso, il rumore delle studentesse e degli studenti che hanno deciso di ricordare così Giulia Cecchettin e tutte le vittime della violenza di genere. La “sfida” si è consumata nelle aule e nei corridoi di molti dei licei italiani questa mattina alle ore 11 in punto, l’orario indicato dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara per il minuto di silenzio in tutti gli istituti in memoria delle donne vittime di violenza. In molti licei, dal Nord al Sud, gli studenti hanno deciso invece di “fare rumore”, raccogliendo così l’appello di Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, la 22enne vittima di femminicidio per il quale l’ex fidanzato Filippo Turetta è stato arrestato in Germania.

Il ministro Valditara ieri mattina è stato impegnato in una serie di appuntamenti a San Giovanni a Teduccio, quartiere della zona orientale di Napoli, ha invece osservato il minuto di silenzio in un’aula dell’Istituto comprensivo statale “Scialoja-Cortese”, una quarta elementare, insieme ai giovanissimi alunni. Proprio a loro si è rivolto al termine del minuto di silenzio: «Dovete rispettare i “no” – ha detto – è importante che cresciate con valori positivi. Dobbiamo recuperare il senso del buono e cacciare il male, non coltivarlo mai». E sul «bruciare tutto» si è poi espresso così: «Non sono d’accordo. Bisogna bruciare il male e una cultura maschilista, questo sì, poi bisogna anche saper costruire».

«Oggi le studentesse e gli studenti infrangono il minuto di silenzio in tante scuole del Paese, trasformandolo in un minuto di rumore - hanno fatto sapere i ragazzi e le ragazze della Rete degli studenti medi - Un minuto di rumore per le donne uccise quest’anno dagli uomini, per rimarcare che non si deve mai più tacere».

Intanto, mentre le istituzioni, la scuola e tanti giovani si mobilitano, ma la macchina della giustizia si muove. «Una violenza di inaudita ferocia da parte di una persona totalmente incapace di controllarsi che potrebbe uccidere ancora». È questo il quadro dipinto nell’ordinanza di custodia cautelare dalla gip di Venezia, Benedetta Vitolo, di Filippo Turetta, il 22enne arrestato con l’accusa di aver ucciso la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. Turetta è «totalmente imprevedibile poiché, dopo avere condotto una vita all’insegna di un apparente normalità, -scrive il gip- ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato».

Filippo ha infatti aggredito Giulia «a più riprese» prima «nel parcheggiò di Vigonovo» con un coltello di 21 centimetri, trovato senza manico- spiega il gip a circa «150 metri» da casa sua- «causandole copiose perdite ematiche».

Lì Marco, che abita lì di fronte chiama i carabinieri perché sente urlare. È in balcone a fumare ma non vede nitidamente la scena e non riconosce la sagoma di Filippo e Giulia. La seconda aggressione, probabilmente quella che si è rivelata fatale per Giulia, invece avviene nella zona industriale di Fossó dove Filippo scaraventa «a terra la vittima con tale violenza che, a seguito della spinta, questa non ha dato più segni di vita ed è stata caricata di peso a bordo dell’auto dall’aggressore». Una follia omicida durata 22 minuti e che Giulia ha provato a fermare. Ma inutilmente.
 

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