La Nuova Sardegna

Una città e le sue storie
Una città e le sue storie – Olbia

Sotto la basilica pozzi greci e tombe della Roma imperiale

Sotto la basilica pozzi greci e tombe della Roma imperiale

Nello spazio museale ricavato ai piedi della basilica si può ammirare una parte dell’antica necropoli emersa nel 2011 durante i lavori per la piazza San Simplicio

30 novembre 2023
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Fare due passi nella necropoli di San Simplicio vuol dire prendere parte a un affascinante viaggio nel tempo. È soprattutto nel museo sotterraneo ai piedi della basilica, infatti, che si ha la possibilità di guardare in faccia la storia olbiese, comprese le sue stratificazioni. Si tratta di una struttura museale, di proprietà del Comune e gestita attraverso la municipalizzata Aspo, che racchiude un pezzo della gigantesca necropoli che si trovava al di là delle mura della città romana. I resti, quasi intatti, vennero trovati dagli archeologi a fine 2011 durante i lavori che hanno poi dato vita all’attuale piazza San Simplicio. Dodici anni fa vennero così scavate più di 400 tombe e il Comune, invece di cancellare tutto, decise di salvare una parte della necropoli e di renderla quindi un museo, con accesso dal parcheggio sotterraneo della basilica simbolo della città.

Oggi, così, si possono ammirare numerose tombe con corredi funebri, ma anche due importanti pozzi di epoca greca. C’è poi una fornace di età giudicale, utilizzata per la costruzione dell’attuale basilica, e soprattutto un tratto della rampa di accesso al tempio di Cerere, che si trovava al posto di San Simplicio. Il colle dove sorge la basilica, infatti, ha sempre ospitato un luogo di culto e la chiesa cristiana, seppur millenaria, è soltanto l’ultimo edificio di una lunga serie. Con tutta probabilità, come ricostruito dagli archeologi e in particolare da Rubens D’Oriano, qui esisteva un luogo di culto anche nelle epoche fenicia, greca, cartaginese e romana e paleocristiana. Altri importanti siti archeologici si trovano poi nell’agro cittadino.

Per esempio il pozzo sacro di Sa Testa, la tomba dei giganti di Su Mont’e s’Abe, il nuraghe di Riu Mulinu, il castello di Pedres, la fattoria romana di S’Imbalconadu e il nuraghe di Belveghile, sotto un cavalcavia ma da qualche tempo interessato da un intervento di valorizzazione. Anche il centro città è naturalmente ricco di testimonianze del passato, ma il grosso si trova sotto le strade e sotto le case. Alla luce del sole resistono le mura puniche di via Torino, le officine sempre cartaginesi di via Nanni e i due tratti dell’acquedotto romano, uno a Tilibbas e l’altro in via Aldo Moro. In un hotel del centro storico, in via delle Terme, è ancora intatta una cisterna di epoca romana, mentre accanto al municipio si può ammirare una porzione dell’antico foro di Olbia.

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