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Regionali, ipotesi anatra zoppa: chi vince rischia di non avere una maggioranza

di Alessandro Pirina
Regionali, ipotesi anatra zoppa: chi vince rischia di non avere una maggioranza

Il dualismo tra Solinas e Truzzu potrebbe portare a una rottura nel centrodestra

23 dicembre 2023
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Sassari Due mesi esatti alle Regionali ma ancora non c’è certezza su chi ci sarà ai nastri di partenza. O meglio a sinistra ormai è certo il dualismo tra Alessandra Todde e Renato Soru, con le speranze di una ricucitura ridotte ai minimi termini. A destra invece ancora si sfoglia la margherita. Da un lato, l’uscente Christian Solinas, che dalla sua però ha solo il Psd’Az, o ciò che ne rimane, visto che molti consiglieri sono emigrati verso altri lidi, e la Lega, con il Capitano Matteo Salvini in prima linea pronto a sbarcare a Cagliari subito dopo Natale per forzare la mano sulla ricandidatura del governatore. Dall’altro, c’è Paolo Truzzu, il sindaco di Cagliari, il nome su cui punta Giorgia Meloni, che però per ora sembra avere dalla sua solo i suoi Fratelli d’Italia, e neanche tutti. All’orizzonte si profila anche un terzo nome, quello del direttore di Coldiretti, Luca Saba, da mesi presente in tutti i rumors di palazzo e solo recentemente lanciato pubblicamente dal Grande centro di Antonello Peru e Stefano Tunis. Ma forse proprio questa uscita dei centristi potrebbe avere indebolito lo stesso Saba, perché finora sembrava dovesse essere la carta segreta capace di mettere insieme l’intero centrodestra, visto che gode di forti simpatie anche in Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Gli altri partiti della coalizione non si sono esposti. Solo Forza Italia, ma a livello nazionale tramite il ministro Antonio Tajani, ha manifestato la preferenza per una conferma degli uscenti, ma questo endorsement nei confronti di Solinas non è stato gradito molto tra gli azzurri sardi, anche perché tra i papabili candidati restano l’ex vicepresidente della giunta Alessandra Zedda e soprattutto il deputato Pietro Pittalis.

Ma nel centrodestra più che di nomi è una questione di veti. Perché a Fdi e ai centristi (e forse anche a Fi e ai Riformatori) del sì rispettivamente a Truzzu e a Saba è più forte il no a Solinas. Gli esponenti del partito della premier lo hanno detto a chiare lettere: non ci sono le condizioni per ricandidare il governatore uscente. E lo stesso discorso vale per i centristi di Peru e Tunis. E dunque cosa succederà? A questo punto quella che sembrava un’eresia, ovvero la spaccatura del centrodestra, potrebbe diventare realtà. A spingere per questa ipotesi è anche l’altra spaccatura, quella del centrosinistra. Perché a quel punto, con quattro candidati big in pista - Todde, Soru, Truzzu e Solinas - la corsa sarebbe dall’esito incertissimo. Con buone possibilità di avere un Consiglio regionale difficile da governare. La legge elettorale, infatti, prevede che il premio di maggioranza del 60 per cento dei seggi possa scattare solo se il candidato più votato prende il 40 per cento dei voti, come è accaduto sia a Pigliaru che a Solinas nelle ultime due tornate elettorali. Scende al 55 per cento - che in numeri effettivi significa 5 consiglieri in più - nel caso il presidente eletto abbia ottenuto una percentuale tra il 25 e il 40 per cento, mentre sotto il 25 non scatta alcun premio di maggioranza. Una ipotesi non così remota con quattro candidati in campo. Anche perché la formazione delle coalizioni è ancora in itinere. Forse solo i confini del Campo largo di Todde sono ben definiti. Il Progetto Sardegna di Soru continua ad attrarre: da ultima Rifondazione comunista, ma anche i renziani e i calendiani sardi potrebbero schierarsi con l’ex governatore. C’è anche chi sostiene che anche i centristi di fronte alla contrapposizione Solinas-Truzzu potrebbero guardare al progetto soriano. E a quel punto l’ipotesi “anatra zoppa” non sarebbe fantapolitica. Un vincitore sì, per forza, ma senza una maggioranza uscita dalle urne e dunque da ricercare in aula.
 

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