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Candidature, Paolo Truzzu parla già da leader: «Sardisti e Lega, tornate a casa»

di Andrea Massidda
Candidature, Paolo Truzzu parla già da leader: «Sardisti e Lega, tornate a casa»

A Quartu la prima uscita del candidato governatore del centrodestra L’appello anche al centrosinistra: lavoriamo insieme per il bene dell’isola

13 gennaio 2024
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Cagliari Baci, abbracci, strette di mano, applausi scroscianti. Nella gelida mattinata di ieri – la classica secca di gennaio – il candidato ufficiale per il centrodestra alla presidenza della Regione Paolo Truzzu ha provato (indubbiamente riuscendoci) a scaldare almeno i cuori dei suoi Fratelli d’Italia e dei tanti rappresentanti del resto della coalizione (Lega e Psd’Az esclusi) giunti a Quartu Sant’Elena da ogni angolo della Sardegna per assistere alla prima uscita pubblica dell’uomo prescelto, anche dalla premier Giorgia Meloni, per la corsa verso Villa Devoto.

L’appello Tuttavia chi si aspettava da lui una relazione sul programma di governo o anche semplicemente un discorso sulle priorità in agenda, è rimasto deluso. Il sindaco di Cagliari ha infatti preferito raccontarsi e illustrare all’uditorio che ha riempito Casa Olla la sua idea di politica. Non prima, però, di lanciare un appello ai sardisti e al Carroccio, ancora incerti se fare un passo indietro sul nome di Christian Solinas o gareggiare da soli: «Il vostro posto è qui, non c'è altro luogo dove potreste stare meglio, rimanete al nostro fianco. E se avete un dubbio, che credo non ci sia, la cosa che vi chiedo è che lo sciogliate subito. Per rispetto di tutti, dei nostri elettori, dei sardi».

Bacchetta magica Truzzu, quindi, ha saltato a piè pari i tradizionali discorsi da inizio campagna elettorale. «So che siete in attesa di sentirmi parlare della Sardegna e della mia candidatura – ha detto – o che parli di sanità, lavoro, trasporti, energia, infrastrutture, agricoltura e così via. Ma non parlerò di tutto ciò, intanto perché non mi sono mai iscritto al partito dei portatori della bacchetta magica, ossia di chi ha soluzioni salvifiche per tutto e per tutti. E poi perché ho letto tante cose e parlano in tanti. Io invece preferisco cominciare dall’ascolto dei territori, e non perché io non abbia le ricette per affrontare i problemi e per pianificare, anzi. Le idee sono molto chiare, ma semplicemente perché la politica è questo: non è soltanto un post, un tweet, uno slogan o una foto: la politica è ascoltare, fare una sintesi e agire».

Apertura alle sinistre Altro punto cruciale dell’intevento di Truzzu – durato complessivamente venti minuti – è stato quello in cui si è dichiarato aperto alla collaborazione di qualsia forza politica. «Noi parliamo a tutti, ma proprio a tutti, e questo è anche il senso dell’incontro che ho appena avuto con il sindaco di Quartu Graziano Milia e di quelli che in questi 43 giorni di campagna elettorale (si vota il 25 febbraio - ndr)avrò con gli altri primi cittadini dell’isola. Non ci interessa battere le sinistre – ha detto – ci interessa governare con i sardi, perché alcune delle scelte che dovremmo fare andranno fatte insieme, come sardi, prima che come centrodestra o centrosinistra. Un ragionamento che ovviamente vale ancora di più per Lega e Psd’Az».

L’idea di Sardegna Poi il candidato alla presidenza della Regione ha fatto un cenno alla sua idea di Sardegna. «I programmi sono importanti, ma non servono se non si ha un’idea complessiva dell’isola. E la mia è che in Sardegna si può vivere, nel senso che noi vogliamo che qui si possa mettere su famiglia, far studiare i nostri figli, costruire un’impresa e farla crescere, avviare una professione, invecchiare con serenità. Perché prima di tutto ci sono le persone e il nostro compito è aiutarle a fare con semplicità la cosa più naturale del mondo: vivere, appunto».

«Io sono Paolo» Infine una sorta di presentazione personale, a tratti intima. «Oggi mi avete ascoltato e sentito come Paolo e sarò sempre Paolo: quello che si innamora di idee e progetti, che sa di avere una missione da portare a termine, che quando c’è un problema non si nasconde, anzi ci mette la faccia e si prende la responsabilità di una scelta. Ma anche quel Paolo a volte irritabile perché la giornata è piena di impegni e di problemi da risolvere e magari ci si perde in chiacchiere, e quello che non ha avuto paura di far iniziare i cantieri nell’ultimo anno di mandato».


 

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