La Nuova Sardegna

Sanità

Premi Covid a medici e infermieri: «A noi ausiliari neanche un soldo»

di Luigi Soriga
Premi Covid a medici e infermieri: «A noi ausiliari neanche un soldo»

Sono 400, hanno lavorato a Sassari, Alghero e Ozieri e si sentono discriminati. La Regione per loro ha stanziato 2 milioni ma Ares li tiene ancora nel cassetto

16 gennaio 2024
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Sassari Si sentono presi in giro e trattati come l’anello più debole della catena. «Anche chi ha trascorso tutta la pandemia in smart working o dietro una scrivania, al sicuro nelle quattro mura del suo ufficio, è stato premiato. I soldi li hanno presi anche gli amministrativi. Gli unici a non vedere ancora un soldo siamo noi: 400 operatori socio sanitari delle ditte esternalizzate che hanno lavorato per l’Aou di Sassari e per i presìdi di Alghero e Ozieri».

Il premio covid, per questi lavoratori “di serie b”, è una promessa mai mantenuta. Ci sono due milioni di euro inseriti nella finanziaria regionale, che a tutt’oggi restano nel cassetto. Eppure, senza l’impegno in prima linea degli ausiliari sul fronte covid, gli ospedali sarebbero collassati. Hanno garantito la pulizia dei locali, pasti caldi ai degenti, attività di vigilanza, sanificazione degli ambienti e dei macchinari, trasporto dei pazienti e ogni altro tipo di assistenza resa necessaria da uno scenario di emergenza assoluta, dove ognuno si è rimboccato le maniche facendo l’impossibile, anche a costo di rischiare il burnout per lo stress insostenibile o di mettere a repentaglio la propria salute o quella dei familiari, per l’alta probabilità di esporsi al contagio del virus. E infatti, durante l’ondata del coronavirus che ha messo in ginocchio gli ospedali, decine e decine di oss sono stati contagiati.

Nonostante tutto questo, i medici, gli infermieri, e il personale amministrativo hanno percepito questa sorta di rimborso per l’impegno profuso durante la pandemia, mentre gli operatori socio sanitari, gli ausiliari e gli interinali devono ancora aspettare.

Non solo: in un primo momento sono stati esclusi dalle liste dei beneficiari del cosiddetto “Premio Covid”. Poi invece, grazie al pressing dei sindacati e all’interessamento e alle interrogazioni di alcuni consiglieri regionali come Desirè Manca (M5s) e Antonio Piu (Europa Verde), la giunta ha deciso di mettere una pezza a questo trattamento iniquo.

Il problema infatti nasceva dalla tipologia di contratti di assunzione: i dipendenti delle Asl e delle Aou hanno potuto beneficiare immediatamente dei premi covid, mentre per gli esternalizzati, assunti cioè dalle cooperative che hanno vinto gare d’appalto, erogare questa retribuzione extra era più complicato.

Però con la delibera del 2 agosto 2022 la Regione ha sbloccato i 2 milioni di euro a favore degli ausiliari esterni, risolvendo l’intoppo burocratico con un Bonus Covid una tantum.

Queste risorse dovrebbero essere nelle casse di Ares, alla quale la Regione ha affidato il compito di ripartire le risorse stanziate, e fare in modo che i lavoratori esterni finalmente le percepissero.

Invece i due milioni di euro sembrano volatilizzati e non si capisce per quale motivo non siano stati ancora distribuiti. Il consigliere Antonio Piu, nella sua ultima interrogazione tira in ballo proprio l’Azienda Regionale della Salute: «Vogliamo sapere se Ares – scrive il consigliere – abbia approvato effettivamente il Piano per la remunerazione delle prestazioni e, se si, a che punto è lo stato d’avanzamento della spendita dei fondi. Queste risorse sono destinate a lavoratori e lavoratrici che già vivono condizioni contrattuali precarie, e non è ammissibile che debbano anche tollerare trascuratezze e lungaggini ingiustificate per il riconoscimento di un loro diritto».


 

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