La Nuova Sardegna

Rombo di tuono

È morto Gigi Riva, Sardegna in lutto per la scomparsa della leggenda del calcio italiano

È morto Gigi Riva, Sardegna in lutto per la scomparsa della leggenda del calcio italiano

Era ricoverato da ieri (domenica 21) in Cardiologia all’ospedale San Michele di Cagliari, nella serata di oggi un nuovo malore

22 gennaio 2024
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Cagliari È morto Gigi Riva. Ricoverato da ieri, domenica 21, nel reparto di Cardiologia dell’ospedale San Michele di Cagliari, sembrava che le sue condizioni stessero migliorando. Ma all’improvviso, intorno alle 19,30 di oggi, la situazione è precipitata. La leggenda del calcio italiano ha avuto un nuovo malore, i medici hanno fatto di tutto per salvarlo, ma non c’è stato nulla da fare. 

Il 7 novembre scorso Rombo di Tuono aveva compiuto 79 anni e la Nuova Sardegna gli aveva dedicato, come di consueto, un articolo. 

Gigi Riva è stato uno degli attaccanti più forti della storia del calcio, non solo italiano, e giocò per gran parte della sua carriera nel Cagliari, con cui vinse il leggendario scudetto del 1970. Si tratta tutt’ora dell’azzurro che ha segnato più gol con la Nazionale italiana (35 in 42 partite).

Presidente onorario del Cagliari, recentemente era stato insignito dal Comune di Cagliari che aveva deciso di intitolargli lo stadio del club rossoblù al quale era stato legato per tutta la carriera vincendo anche lo storico scudetto del 1969/70. Lo scorso 22 ottobre all’ingresso dello stadio Amsicora di Cagliari era stato dedicato un murale.

La storia Luigi Riva, detto Gigi, è nato a Leggiuno il 7 novembre 1944, da una famiglia dalle origini modeste. Subito si fa notare per le sue spiccate doti da goleador, segnando 66 gol in 2 anni di permanenza con il Laveno Mombello, squadra locale. Era un tipo di attaccante feroce, che appena vedeva la porta avversaria non lasciavano scampo. Viene notato dai dirigenti del Legnano, squadra militante in Serie C, che non si lasciano sfuggire l'occasione. I 5 gol in 22 partite complessive sembrano passare sotto traccia, ma c'è poi il controverso passaggio al Cagliari dove fa la storia del club sardo e del calcio italiano. La carriera di Riva è un elogio alla meritocrazia e alla perseveranza, e il suo soprannome ''Rombo di Tuono'' lo ha acquisito soltanto nel tempo grazie a Gianni Brera. È giudicato uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi e con la maglia del Cagliari, dal 1963 al 1977, ha giocato 14 stagioni e detiene tuttora il record assoluto di marcature, contribuendo nella stagione 1969-70 alla vittoria del primo e unico scudetto nella storia rossoblù, peraltro laureandosi nell'occasione anche capocannoniere del torneo.

Lo scudetto del Cagliari Il 1970 rappresenta l'anno d'oro che consacra definitivamente Rombo di Tuono. Oltre allo scudetto a Cagliari che non si era mai visto, con la sua squadra, forgiata dall'allenatore Manlio Scopigno, e guidata in campo da quell'attaccante letale, con una squadra con calciatori come Albertosi, Niccolai, Nenè, Domenghini, Cera. Calciatori titolari anche in Nazionale, e protagonisti poi anche al Mondiale di Messico '70. Le successive stagioni allo scudetto storico, Riva sembra un po' accusare il colpo dovuto a un grave infortunio che lo tenne fuori per tanto tempo. Ma ritrova subito la via realizzativa col tempo, contribuendo al quarto posto cagliaritano nella stagione 1971/72 grazie ai suoi 21 gol in 30 partite. La parabola discendente del Cagliari è però ormai compiuta, ma nonostante la corte serrata di altre squadre, Gigi Riva decide di chiudere la carriera al Cagliari e di giurare amore eterno a quell'isola che lo aveva accolto. Al Cagliari è rimasto sempre legato anche dopo il ritiro, assumendone brevemente la massima carica nella stagione 1986-87 e dal 2019 ne ha ricoperto il ruolo di presidente onorario.

La nazionale Con la nazionale italiana, di cui è tutt'oggi il miglior marcatore di tutti i tempi in virtù dei 35 gol segnati in 42 presenze totali, si è laureato campione d'Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970. Dal 1990 al 2013 è stato inoltre team manager e capo delegazione.

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