Lavoro, energia e innovazione. Romina Mura: «La nostra visione costruita coi sardi»
«Occorre proporre un Patto per il lavoro e lo sviluppo per affrontare le transizioni in corso da protagonisti e senza lasciare indietro nessuno»
Sassari Romina Mura, è parlamentare del Pd, è una delle protagoniste dello strappo che ha portato alcuni esponenti del partito a scegliere Soru.
Parliamo di lavoro: tanti disoccupati, ma anche tante aziende che non riescono a trovare personale. Cosa non sta funzionando?
«La denatalità, l’invecchiamento della popolazione, l’incapacità di trattenere e attrarre talenti ha alimentato la peggiore fra le povertà: quella in termini di risorse umane. Se a ciò si aggiunge la fragilità delle relazioni fra sistema di istruzione e formazione professionale, mondo produttivo e politiche pubbliche, il disastro è compiuto».
Come può incidere la Regione?
«Ci sono le risorse, penso al Pnrr e alle altre europee, e gli strumenti, le prerogative dello Statuto e anche l’infrastruttura pubblica dei Centri per l’impiego che pur nelle difficoltà rappresenta un importante punto di partenza insieme alle agenzie di intermediazione. Occorre proporre un Patto per il lavoro e lo sviluppo per affrontare le transizioni in corso da protagonisti e senza lasciare indietro nessuno».
E cosa differenzia la vostra ricetta da quella dell’altra coalizione del centrosinistra?
«Io vedo un solo Programma e una sola visione di Sardegna costruiti con oltre 70 incontri nelle Comunità e nei Territori della nostra Isola e attraverso una relazione costante con i Sardi che lavorano e vivono in giro per il mondo».
Passiamo all’energia. La vostra soluzione?
«Il futuro è delle energie rinnovabili, ma c’è una transizione da fare con il metano. I Sardi, cittadini e imprese, continuano a pagare cara l’impossibilità di fruirne. In termini di maggiori costi per le famiglie e difficoltà per le imprese. Le scelte energetiche vanno assunte con gli strumenti di pianificazione territoriale di competenza regionale e comunale».
È giusto che la Sardegna sia una sorta di hub energetico del Mediterraneo?
«No. La Sardegna non può permettersi altre servitù. I vantaggi derivanti dalla produzione e utilizzo delle energie rinnovabili devono tradursi in bollette meno care per i Sardi, cicli produttivi sostenibili e non impattanti sull’ambiente, lavoro di qualità, valorizzazione delle risorse forestali e investimenti sociali».
La vostra coalizione ha come candidato presidente Renato Soru a cui il tema di innovazione è molto caro. Su cosa punterete?
«Innovazione più che uno o più interventi è un approccio di governo dei beni pubblici. Occorre renderli accessibili a tutti. Anche attraverso gli strumenti digitali e valorizzando le competenze, in particolare della Pubblica amministrazione».