La Nuova Sardegna

L’interrogazione

Passeggere molestate sui traghetti per la Sardegna, i casi arrivano in Parlamento

Passeggere molestate sui traghetti per la Sardegna, i casi arrivano in Parlamento

La deputata Francesca Ghirra scrive al ministro dei Trasporti e al ministro dell’Interno

21 marzo 2024
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Sassari Arrivano in Parlamento e all’attenzione del governo le denunce delle due ragazze sarde sulle presunte di molestie subite a bordo delle navi Moby e Tirrenia da parte del personale delle compagnie. Le notizie di questi episodi, avvenuti nei collegamenti tra Porto Torres e Genova e tra Cagliari e Napoli, erano state date dalla Nuova Sardegna. Il caso è ora oggetto di una interrogazione al governo di Francesca Ghirra, parlamentare di Alleanza verdi e sinistra.

«Dopo la denuncia di una passeggera – si legge nell’interrogazione di Ghirra al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e a quello dei Trasporti, Matteo Salvini - sarebbero emersi numerosi episodi del tutto similari, tutti avvenuti nei confronti di donne che viaggiano da sole, e che si trovano quindi a occupare cabine o a sostare nei locali comuni delle navi, soprattutto durante le traversate notturne invernali meno frequentate. Questi fatto, secondo la deputata, sarebbero «avvenuti anche a opera di personale maschile in servizio presso l’equipaggio dei traghetti. Uomini quindi che con estrema facilità, proprio in ragione delle mansioni svolte, hanno accesso ai dati personali delle passeggere e in più occasioni li avrebbero utilizzati per mettere in atto molestie nei confronti di queste ultime, contattandole sui social o importunandole con ostinazione e di persona».
In uno dei casi denunciati, prosegue l’interrogazione «addirittura il molestatore si sarebbe presentato nottetempo davanti alla cabina occupata dalla passeggera presa di mira, bussando con insistenza, fino a terrorizzare la vittima. La ragazza ha dovuto difendersi utilizzando come sbarramento le due scalette in dotazione nelle cabine delle navi per salire sui letti a castello, posizionate contro la porta della cabina insieme alle valigie e alla poltroncina, per impedire l’apertura della porta dall’esterno, magari attraverso un passepartout in grado di aprire la serratura».
Dalle testimonianze delle vittime «sembrerebbe si tratti di un fenomeno diffuso - va avanti Francesca Ghirra- che occorrerebbe risolvere con azioni specifiche di contrasto. Anche perché molto spesso durante la traversata la linea telefonica mobile è inoperativa, ed è comprensibile che una donna possa sentirsi senza difese. Sembrerebbe che la compagnia di navigazione abbia replicato scusandosi dell’accaduto ma senza adoperare particolari iniziative». Da qui l’appello ai ministri, affinché intraprendano azioni per «scongiurare la riproposizione di vicende simili e per garantire a tutte e tutti, anche passeggere e passeggeri dei traghetti, la sicurezza personale, la segretezza dei propri dati personali, il diritto alla libertà di movimento».

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