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Politica

Il Psd’Az lascia il centrodestra e rompe l’asse con la Lega

di Umberto Aime
Il Psd’Az lascia il centrodestra e rompe l’asse con la Lega

L’alleanza si spacca sulla scelta di Alessandra Zedda per Cagliari. I Quattro mori puntano sull’ex assessore al turismo Gianni Chessa

03 aprile 2024
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Cagliari Unità, addio: c’eravamo tanto amati, ma d’ora in poi sarà molto meno. Perché, giorno dopo giorno, il Centrodestra sembra sfaldarsi, nonostante cerchi ancora di salvare le apparenze. Dopo l’ultima batosta, incassata alle Regionali poche settimane fa, alle Comunali si presenterà diviso. È un altro segnale, l’ennesimo, di una compattezza ormai venuta meno.

Il maremoto E infatti alle amministrative di giugno, a Sassari, Sardegna al centro 20.Venti, movimento fondato da Antonello Peru-Stefano Tunis non sosterrà Gavino Mariotti, che invece è il candidato sindaco unitario scelto dall’ultimo tavolo regionale, l’altro giorno a Oristano. Rischia di capitare lo stesso ad Alghero, dov’è in corso una rivolta, capeggiata stavolta dai Riformatori, contro Marco Tedde di Forza Italia, anche lui presentato – sempre a Oristano – come «l’unico possibile portabandiera» dal resto della coalizione. Poi c’è il caso Cagliari, Comune in cui di fatto la spaccatura s’è già consumata. Perché, dopo la conferma ufficiale da parte del centrodestra di Alessandra Zedda come candidato sindaco, stavolta a tirarsi fuori è stato il Psd’Az. «Non facciamo più parte della coalizione», ha fatto sapere seduta stante Antonio Moro, presidente del partito. In una frase sola: il Centrodestra, oggi come oggi, non è più granitico, tanto meno compatto.

Il retroscena Con anche un effetto collaterale, inaspettato e clamoroso, dopo l’ultimo strappo sardista. La fine, almeno per ora, del patto politico, quasi di sangue, del 2018 fra Matteo Salvini e Christian Solinas. Sembrava d’acciaio, non è più così, neanche questo. Nel virare su Alessandra Zedda, ora per sua stessa ammissione « molto vicina al Carroccio», gli altri partiti del Centrodestra, compresa la Lega, hanno finito per bocciare sul nascere la candidatura a sindaco di Cagliari dell’ex assessore regionale al turismo Gianni Chessa. Considerato, invece, proprio dai sardisti come l’unico in grado di contendere a giugno la vittoria al Centrosinistra. Il Psd’Az sperava nel sostegno incondizionato del suo alleato storico, ma nella volata decisiva – pare su indicazioni romane – anche la Lega gli ha voltato le spalle, lasciandolo da solo contro tutti. Se si vuole la storia è finita persino peggio di quanto accaduto a febbraio, con la mancata ricandidatura alla Regione di Christian Solinas. Perché se almeno allora il Carroccio s’era schierato fino all’ultimo in difesa del governatore uscente, con il ritornello «Squadra vincente non si cambia», stavolta invece sin dall’inizio ha girato la faccia dall’altra, lasciando di sasso il Psd’Az.

Tutto in una notte Dal vertice oristanese, il Centrodestra aveva lasciato intuire di essere uscito compatto e soprattutto con un gran voglia di prendersi la rivincita alle elezioni amministrative dopo la sconfitta patita alle Regionali. Invece quel messaggio è stato poi smentito da quanto successo dalla mezzanotte in poi. Perché infatti uno dopo l’altro, in poche ore, sono saltati fuori i problemi. A Sassari è fallito subito ogni tentativo di riportare a casa Sardegna al centro. Così come ad Alghero quello di evitare la rivolta dei Riformatori contro Tedde, tra l’altro già ipotizzata al tavolo regionale dallo stesso partito. Mentre a Cagliari, in mattinata, il Centrodestra ha finito per annullare tutti gli annunciati incontri programmati, con cui avrebbe dovuto scegliere di comune accordo il miglior candidato sindaco fra troppe proposte. Perché l’unità sbandierata a Oristano era solo una messinscena e infatti alla fine non ha retto in nessuno dei tre Comuni.

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