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Marco Tedde: «Un’alleanza con il Nord Ovest per costruire la Alghero del 2040»

Marco Tedde: «Un’alleanza con il Nord Ovest per costruire la Alghero del 2040»

Il candidato del centrodestra e sindaco della città dal 2002 al 2011: «Conoci bocciato dalla comunità, il Campo Largo è un minestrone disomogeneo»

07 maggio 2024
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Alghero Marco Tedde, classe 1956, avvocato amministrativista. Uno dei volti di Forza Italia in Sardegna, fin dal 1994, quando aderì al partito appena nato e divenne consigliere comunale. Poi una rapida carriera, nel 2002 la prima elezione a sindaco, nel 2007 la riconferma. Oggi è il volto della coalizione di centro destra, che però ha perso per strada qualche pezzo: gli esponenti locali dei Riformatori, Sardegna al Centro 20Venti e i fedelissimi del sindaco uscente Mario Conoci.

Marco Tedde, sono passati 22 anni da quando è stato sindaco di Alghero per la prima volta. E 13 da quando ha lasciato l’incarico. In politica è un’eternità: perché ricandidarsi?
«Il partito da qualche anno mi chiedeva di mettermi a disposizione. Ho accettato quando ho avuto ampie rassicurazioni sul fatto che Alghero e tutto il territorio troveranno le porte aperte in ogni ministero nei prossimi anni».

Le ultime dalla cronaca politica riferiscono che una parte del centro destra, compreso il sindaco uscente, sosterrà il suo avversario del Campo largo, Raimondo Cacciotto.
«Campo largo? Direi piuttosto un minestrone di ingredienti che mal si sposano. Già Pd e 5 Stelle hanno importanti differenze, qui poi troviamo i centristi, gli ex Riformatori e gli ex della Buona Destra che, insieme a un esponente di Fratelli d’Italia, sono entrati in Orizzonte Comune. Questo è un cartello elettorale che evidentemente ha fini inconfessabili».

Un giudizio sui cinque anni della giunta Conoci?
«Lo hanno dato gli algheresi alle elezioni regionali. Ed è un giudizio preoccupante, perché la comunità ha bocciato il sindaco».

Governavate insieme...
«Ha defenestrato i nostri assessori a novembre e il presidente della Fondazione Alghero pochi giorni fa. Noi in quella maggioranza non ci siamo più».

Se dovesse vincere, che città lascerà fra cinque anni?
«Progetteremo la Alghero del 2040, una città nuova e molto più vicina ai giovani. Avremo delle unità di progetto che si occuperanno di politiche giovanili e di attrarre risorse per portarle avanti».

La prima cosa che farete, appena insediati?
«Verificare lo stato dell’arte sui progetti in corso e dare indicazioni precise a assessori e dirigenti, soprattutto per quei programmi in itinere che non sono ancora decollati: bisognerà scegliere come procedere».

Qualche esempio?
«Serve una focalizzazione molto attenta sulla piscina scoperta, ad esempio, che dovrà ospitare il quadrangolare di pallanuoto e dovrà essere pronta per questa importante vetrina. Sarà una corsa contro il tempo. Ma anche per la circonvallazione, che finanziammo proprio durante il mio mandato con 10 milioni e mezzo. Ancora, la nuova casa comunale, il Caval Marì, l’ex cotonificio. Un intervento che porteremo avanti sarà la realizzazione di un palatenda, una struttura agile da montare nello spazio accanto al palazzo dei congressi, da 1.500 o 2.000 posti, fondamentale per allungare la stagione turistica».

Che rapporti avrà con Alessandra Todde?
«Dovranno essere buoni, ottimi. Ne guadagnerà non solo Alghero, ma tutto il Nord Ovest e la Sardegna».

Uno dei primi atti della nuova presidente è stato cancellare la delibera di Solinas sui nuovi ospedali.
«Una scelta un po’ di propaganda, poteva riempire quella delibera di contenuti a lei più congeniali, non annullarla sic et simpliciter».

Lei l’ospedale di Alghero dove lo farebbe?
«Deciderà il consiglio comunale. Durante il mio mandato, individuammo l’area vicina all’attuale ospedale, per realizzare la cittadella sanitaria».

E per l’aeroporto di Fertilia, che futuro immagina?
«Partirei da un dato: le due società di gestione degli aeroporti del Nord hanno lo stesso proprietario. Inutile continuare a discutere su fusione sì o fusione no. Piuttosto, la Regione dovrebbe fare un piano dei trasporti che dia una mission specifica a ogni aeroporto, investendo sulle forme di supporto alla continuità territoriale consentite dall’Europa».

Turismo e grandi eventi bastano per garantire benessere agli algheresi?
«Io credo che, fra le tante cose che dobbiamo fare, ci sia l’obbligo di puntare sui talenti che sono qui. Cito Antonio Marras, ma sono molti altri. Questi talenti attirano gli imprenditori e li fanno investire qui nel territorio, come ha fatto Marras con Sandro Veronesi (il patron del gruppo Calzedonia, ndr)».

Come si sblocca lo stallo sulla Città metropolitana?
«Abbiamo perso troppo tempo e la responsabilità è anche della politica sassarese. La prima cosa da fare è recuperare i 164 milioni circa che la Regione deve dare alla Città. La seconda è aggiustare la legge istitutiva per evitare una bocciatura della Corte costituzionale».

Quale rapporto avrete con Sassari?
«Io ho già fatto un patto con Gavino Mariotti (candidato per il centro destra nel capoluogo ndr): Alghero e Sassari sono le due città più importanti del Nord Ovest e devono andare a braccetto. Insieme, risveglieremo l’orgoglio di una classe dirigente che sembra troppo sconfortata. Serve una scossa: il problema non è il cagliaricentrismo, la classe dirigente cagliaritana fa il suo lavoro. Ma il “sassarimarginalismo”, siamo noi che non ci facciamo valere».

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