La Nuova Sardegna

L'emergenza

Ripartita l'invasione, ma Laore è in campo contro le cavallette

di Andrea Sini
Ripartita l'invasione, ma Laore è in campo contro le cavallette

La Regione: «Fondamentale la collaborazione di sindaci e cittadini»

20 maggio 2024
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Sassari Una app e un canale whatsapp per inoltrare le segnalazioni, interventi mirati e una mappa nella quale i punti critici sono geolocalizzati con un database che riguarda il pregresso. La lotta alle cavallette si fa sul campo, ma l’intervento diretto sul territorio ha alle spalle un percorso che consente di accorciare i tempi, fare previsioni a medio termine per quanto riguarda le criticità e soprattutto di intervenire in maniera incisiva, quasi chirurgica. «Perché è solo con la prevenzione – spiegano gli esperti – che si può vincere questa battaglia».

La piaga Nell’ultimo biennio il problema è tornato a farsi sentire in maniera pesante in alcune zone interne della Sardegna, con situazioni apocalittiche e interventi tardivi. Nel frattempo la Regione ha avuto modo di riordinare la macchina e renderla operativa. Nei mesi scorsi la giunta Solinas ha stanziato poco meno di 4 milioni di euro, potenziando così i mezzi a disposizioni di Laore, l’agenzia regionale incaricata di coordinare gli interventi. Il piano di contrasto alle cavallette è ora pienamente operativo, da marzo in poi sono stati compiuti diversi interventi e anche nell’ultimo weekend si è avuto un assaggio del nuovo modus operandi. In particolare nel comune di Ardara, dove tra la segnalazione e l’intervento sono trascorse poco più di 48 ore.

“Filiera” corta «Venerdì abbiamo ricevuto da parte di un cittadino che passeggiava in campagna la segnalazione di un focolaio nel nostro territorio, verso Mores – racconta il sindaco di Ardara, Francesco Dui –. Abbiamo a quel punto inoltrato a nostra volta la segnalazione attraverso la piattaforma di Laore, il giorno successivo è arrivato il veterinario per il sopralluogo e domenica c’è stato l’intervento da parte dei tecnici. Direi che la struttura commissariale ha dimostrato la capacità di intervenire tempestivamente. Ora chiaramente per far sì che tutto funzioni al meglio è fondamentale che ci sia la collaborazione da parte dei cittadini, soprattutto gli agricoltori e gli allevatori, che devono essere le nostre prime sentinelle sul territorio e segnalare subito l’esistenza di focolai». C’è poi un altro aspetto che il primo cittadino di Ardara mette in evidenza. «La mia idea è che bisognerebbe in qualche modo rivedere e ridiscutere quanto l’Ue impone per quanto riguarda il riposo dei terreni. Mantenere un campo senza arature per tre anni – spiega Dui – rappresenta un grosso pericolo, perché è la situazione perfetta per far sì che le cavallette depongano le uova e proliferino indisturbate».

La task force Laore, come detto, è l’agenzia regionale alla quale è affidato il compito di coordinare gli interventi. Alla guida c’è Marcello Onorato, che spiega come la Sardegna sta affrontando la battaglia alle locuste. «Quello effettuato ad Ardara non è certamente il primo intervento che autorizziamo quest’anno – sottolinea Onorato –. Nel 2023 abbiamo effettuato oltre 4mila interventi. Ora stiamo intervenendo nelle zone “calde” già dalla fine di marzo, mentre questa di Ardara è in effetti la prima segnalazione che ci arriva da quella zona: il problema si era verificato nel 2020, mentre nei due anni successivi non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione. Ancora, un piccolo focolaio lo scorso anno e ora questo, che per fortuna è circoscritto. Ricordo che le cavallette quando vanno a caccia di cibo possono coprire dai 30 ai 70 chilometri al giorno, per poi deporre uova. Abbiamo ricevuto grande collaborazione da parte dei sindaci di Ardara e di Mores, che ringrazio, perché per noi è fondamentale essere al corrente della situazione in ogni singolo pezzo di territorio». È possibile fare previsioni per la campagna antilocuste del 2024? «Posso dire che c’è un cauto ottimismo – dice Onorato – dovuto sia al fatto che stiamo registrando la raccolta di tanto foraggio, sia per il fatto che siamo già in campo e siamo assolutamente operativi. Direi che tra una ventina di giorni saremo in grado di capire meglio cosa potrà succedere».

Al passo coi tempi La battaglia contro le cavallette si combatte palmo a palmo, ma dietro ci sono sistemi avanzati.«Noi ci basiamo sui protocolli Fao, che combatte le cavallette da quasi 50 anni in mezzo mondo. Di recente è stato in Sardegna il maggiore esperto mondiale, Alexandre Latchininsky, che Lui dice chiaramente che le cavallette sono un problema antropico e ci ha messo a disposizione le sue conoscenze e la sua esperienza. Ci basiamo su “precision farming” e “digital agricolture”. Abbiamo l’applicazione “Deo marco”, attraverso la quale i cittadini possono segnalare h24 i focolai alla centrale operativa. E poi conserviamo le foto e la storia di ogni singolo luogo colpito: questo ci permette di prevedere e prevenire. La lotta alle cavallette si è evoluta, ma serve davvero la collaborazione di tutti».

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