La Nuova Sardegna

Il rapporto Crenos

Il patrimonio sprecato di 32 nuraghi: producono solo 6 milioni all’anno

Il patrimonio sprecato di 32 nuraghi: producono solo 6 milioni all’anno

Li conoscono solo la metà degli italiani e li visitano il 5,2% dei turisti

07 giugno 2024
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Cagliari I nuraghi sono un tesoro, in questo caso economico, che rende meno del dovuto. Non di più di 6 milioni l’anno, almeno quei 22 fruibili, messi a reddito sui 32 inseriti dall’associazione «La Sardegna verso l’Unesco» nel pacchetto presentato per ottenere il sigillo di patrimonio dell’umanità. «Nonostante l’importanza – si legge nel rapporto Crenos – la civiltà nuragica non sembra però aver ancora ottenuto la giusta dignità e rilevanza culturale, identitaria ed economica». Ecco le prove: il 47 per cento degli italiani non conosce l’esistenza dei nuraghi e il picco arriva al 74 se gli intervistati hanno meno di 24 anni. Oppure, in alta stagione, sempre i nuraghi attraggono appena il 5,2 per cento dei turisti. E infatti nel portafoglio dell'offerta, la quota culturale continua a essere molto al di sotto rispetto a quella marino-balneare. «L'analisi dei risultati e delle performance – sottolinea il Crenos – fa emergere che «se fosse pubblicizzata, incentivata e organizzata la civiltà nuragica potrebbe rappresentare un’importante attrattiva, tra l’altro unica al mondo, per diversificare l’offerta, lasciando alla spalle l’attuale basso valore aggiunto». Per riuscirci – è uno dei suggerimenti – dovrebbe aumentare soprattutto «la collaborazione fra gli operatori della filiera culturale e turistica, mentre finora sono il 23 per cento ha formalizzato accordi commerciali, aggregando servizi eprodotti complementari come laboratori, attività esperienziali ristorazione e ricettività». Con in più – sempre secondo i ricercatori – bisognerebbe puntare anche a «un utilizzo intelligente delle nuove tecnologie, come, ad esempio, realtà aumentata o le app sugli smart phone ora assenti nel 73 per cento dei siti nuragici». Insomma, secondo la ricerca , «il patrimonio nuragico e, più in generale, quello archeologico, deve e dovrà essere potenziato, perché potrebbe anche rivitalizzare i piccoli Comuni sia dal punto di vista economico che sociale».

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