La Nuova Sardegna

La grande sete

Siccità, Alessandra Todde a Budoni: «Supereremo l’estate»

Siccità, Alessandra Todde a Budoni: «Supereremo l’estate»

Nuovo incontro a distanza di due settimane con i sindaci coinvolti. Antonio Addis: «Acqua dai pozzi storici», Rita Deretta: «Dateci scorte dal Liscia»

08 giugno 2024
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Budoni «Il Maccheronis non può e non deve rimanere isolato». Sono state queste le parole della presidente della Regione, Alessandra Todde, che a meno di due settimane dal vertice convocato a Cagliari, ha voluto incontrare nuovamente i sindaci coinvolti dall’emergenza siccità. Stavolta la numero uno regionale è andata a Budoni ieri pomeriggio. In agendfa c’era un incontro tecnico convocato di sabato per discutere dei problemi legati al basso livello di acqua nell’invaso di Maccheronis, a Torpè, da cui dipendono i Comuni della Baronia.

Le voci dei Comuni Presenti i sindaci di Budoni, Antonio Addis, di San Teodoro, Rita Deretta, di Posada, Salvatore Ruiu, di Siniscola, Gianluigi Farris e di Torpè Martino Sanna. All’incontro hanno preso parte anche il prefetto di Nuoro, Giancarlo Dionisi e il direttore del consorzio di bonifica della Sardegna Centrale, Ambrogio Guiso.

All’ordine del giorno, l’emergenza idrica che da mesi ha colpito la bassa Gallura e la Baronia. La presidente Todde ha chiesto ai sindaci di presentare le loro proposte per arrivare a soluzioni condivise e che possano quantomeno servire a evitare il peggio per la durata della stagione estiva.

Il primo cittadino Addis, che a inizio maggio aveva emanato un’ordinanza proprio per contingentare l’uso idrico nei confini comunali, ha spiegato come si sia arrivati a cercare nei pozzi storici della cittadina gallurese una soluzione «che non è definitiva, ma che serve comunque per attenuare l’emergenza. I nostri progetti sono già stati presentati a Egas e Abbanoa e all’assessorato ai Lavori pubblici della Regione e sono lavori che possono trovare conclusione entro il 20 luglio».

Sarebbe una mano non da poco, una scorta d’acqua che permetterebbe di rispondere all’affluenza turistica di queste prossime settimane. «Siamo noi sindaci che cerchiamo soluzioni – ha evidenziato Rita Deretta di San Teodoro – ma questo è inquietante perché proporre soluzioni dovrebbe spettare a chi è demandato alla gestione delle acque». Secondo la sindaca è necessario che San Teodoro riceva acqua dalla diga del Liscia in misura corposa, per non incidere troppo sulla diga di Torpè che al momento è a corto di acqua.

Nuovo appuntamento Secondo gli amministratori, così è stato spiegato nel corso della riunione, è necessario che la progettualità degli interventi venga affidata ai comuni e la presidente Todde ha già indetto un nuovo incontro per mercoledì 12 giugno fra i sindaci dei cinque Comuni interessati e le società che si occupano della gestione delle acque. Calendario fitto e poco tempo da perdere, questo il messaggio. Qualche critica è stata mossa da parte degli amministratori verso la Protezione civile che, secondo loro, «probabilmente non ha ancora capito lo stato di grave crisi esistente ».

Superare l’estate Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale, ha evidenziato la difficoltà nel reperire le autobotti necessarie per l’approvvigionamento idrico, a causa della carenza esistente in Sardegna. Nelle scorse settimane, infatti, aveva proposto un sistema di rifornimento idrico ai Comuni utilizzando autobotti da far viaggiare nelle ore notturne, per non intasare il traffico turistico, e garantire approviggionamento veloce.

Ma «fino al mese di ottobre – ha detto – servono quattro autobotti al giorno e il costo è di oltre 130 mila euro». Una spesa molto alta.

«Serve coesione fra tutti gli attori – ha concluso la presidente Todde seduta in mezzo ai primi cittadini – e se ognuno si impegna possiamo superare indenni l’estate. Per questo serve un forte segnale di solidarietà fra tutti i comparti. Il vero problema è dato dalla mancanza di interventi strutturali e si deve lavorare e pianificare in modo che il problema si possa risolvere definitivamente». Assicurando però che l’acqua per uso potabile non verrà in ogni modo garantita ai Comuni».
 

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