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La fotografia delle carceri sarde: tasso di suicidi allarmante

La fotografia delle carceri sarde: tasso di suicidi allarmante

La situazione è stata illustrata dalla garante regionale Irene Testa

19 giugno 2024
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Cagliari Carceri strapiene ma colonie penali semivuote, strutture che sembrano manicomi. Una situazione che non rispetta lo stato di diritto e che non è degna di un paese civile. Questa la fotografia delle strutture penitenziarie nell’isola. La situazione è stata illustrata dalla garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Irene Testa questa mattina in una conferenza stampa. Presenti il vicepresidente del Consiglio regionale Giuseppe Frau, la presidente della Sesta commissione consiliare Carla Fundoni e i garanti comunali di Cagliari Gianni Loy, di Alghero Carmelo Piras, di Nuoro Giovanna Serra, di Oristano Paolo Mocci, di Sassari Gianfranco Favini.

Una situazione che rispecchia quella nazionale ma con alcune eccezioni. Il tasso di affollamento a livello nazionale è del 119,3% contro un dato sardo più basso: Cagliari e Uta 107%, Sassari 104%, Tempio 104%, Oristano 88%, Nuoro 50%, Tempio 104%, Massama 53%. Le strutture sono vecchie, fatiscenti, non adatte alla rieducazione del detenuto. Questo nonostante gli oltre 3 miliardi e 500 milioni che si spendono ogni anno a livello nazionale per gestire il comparto. Il dato dei suicidi in carcere è allarmante: in Italia nel 2022 sono stati 84, nel 2023 68, nei primi mesi del 2024 sono 44. In Sardegna nel 2023 ci sono stati 3 suicidi, 2 a Uta, 1 a Sassari.

Ma la situazione di grande difficoltà nell’sola si evidenzia nel gran numero di tentati suicidi, negli atti di autolesionismo e nei detenuti con patologie costretti a vivere in celle malsane non adatte a chi ha problemi di salute. La garante Irene Testa ha diffuso un dossier sull’attività svolta nel 2023 sottolineando, ancora una volta, la difficoltà che hanno avuto gli uffici nel raccogliere i dati nazionali. La mancanza di trasparenza è totale – ha concluso - nonostante il richiamo del Consiglio d’Europa che ha già sanzionato l’Italia.

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