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Turismo, la rivolta dei 40mila: sit-in davanti a Confindustria

Turismo, la rivolta dei 40mila: sit-in davanti a Confindustria

Contratti fermi da 6 anni: ieri il primo di una serie di scioperi. Secondo i sindacati, il congelamento salariale significa che i lavoratori stanno perdendo tra i 200 e i 250 euro al mese

06 agosto 2024
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Cagliari Quarantamila persone in Sardegna lavorano nel settore del turismo, un pilastro fondamentale per l'economia dell'isola. Tuttavia, i loro stipendi sono rimasti bloccati a causa di un contratto scaduto sei anni fa. Questo congelamento salariale significa che i lavoratori stanno perdendo tra 200 e 250 euro al mese.

La Cgil, la Cisl e la Uil hanno promosso il primo sciopero a Cagliari, con una manifestazione che si è svolta dalle 10 alle 12 davanti alla sede della Confindustria Sardegna Meridionale in Viale Colombo. La protesta di ieri è destinata a espandersi in tutta la Sardegna, ed è solo la prima tappa. Infatti per settembre è prevista una seconda giornata di sciopero regionale.

La scintilla che ha innescato la mobilitazione, è stata la mancata intesa a livello nazionale per il rinnovo del contratto nel settore Industria Turismo. Parliamo di un comparto del quale fanno parte anche le grosse catene di alberghi, compresi i marchi più rinomati e lussuosi.

«Gli stipendi di questi lavoratori sono bloccati da anni – dice la Cgil – Confindustria si rifiuta di aggiornare i contratti, nonostante la crescente inflazione. Inoltre, vogliono inserire clausole che noi rifiutiamo. Siamo qui per chiedere il rinnovo». E prosegue: «Questi lavoratori sono essenziali per il nostro turismo, garantendo le vacanze estive a Cagliari, e meritano aumenti giusti dopo anni di attesa».

Una cinquantina di manifestanti, con bandiere delle proprie sigle sindacali al seguito, hanno fatto il sit-in davanti alla sede di Confindustria. Purtroppo gli uffici durante la mattinata erano chiusi per lavori di riqualificazione dei locali, quindi deserti: nessun tipo di interlocuzione con sindacati e manifestanti. In ogni modo si tratta di una vertenza che ha uno sviluppo nazionale, per la quale le singole sedi regionali hanno scarsa voce in capitolo.

«Le aziende o le grandi catene di hotel iscritte a Confindustria – dice Cristiano Ardau della Uil – sono quelle più ricche nel settore turistico. Parliamo di alberghi a 4 o 5 stelle, una ricettività di alta qualità e molto ben pagata che produce ingenti fatturati. La mia domanda è questa: di questa ricchezza, quanta ne viene ridistribuita ai lavoratori? Possibile che in sei anni non si sia trovato il modo di ridiscutere duecento euro di discrepanza salariale?».

A livello nazionale, i sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno proclamato sedici ore di sciopero, una protesta che coinvolgerà tutta l'Italia, compresa la Sardegna, in diverse giornate. «Questo è solo l'inizio – avvertono i sindacati – e la lotta continuerà fino a quando i salari non saranno adeguati al crescente costo della vita».

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