La Nuova Sardegna

Sanità

Al Santissima Annunziata di Sassari primo espianto di organi a cuore fermo


	Foto simbolo della donazione degli organi
Foto simbolo della donazione degli organi

La procedura complessa viene eseguita quando il paziente donatore è morto per arresto cardiocircolatorio

14 ottobre 2024
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Sassari Una prima volta storica per la sanità sarda: é stato eseguito all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari il primo prelievo di organi  da donatore a cuore fermo. Questa procedura complessa, mai eseguita prima in Sardegna, rappresenta una svolta nella gestione delle donazioni di organi, ampliando le possibilità di cura per i pazienti in attesa di trapianto.

La donazione di organi a cuore fermo (DCD - Donation after Circulatory Death) avviene quando il cuore del donatore ha cessato di battere, a differenza della donazione tradizionale in cui il donatore è in morte cerebrale, ma con cuore ancora attivo. Questa tecnica è molto delicata, poiché gli organi devono essere prelevati rapidamente per evitare danni e mantenere la loro funzionalità.

La procedura, che ha comportato il prelievo di fegato e reni da un uomo di 65 anni, destinati a pazienti in attesa a Roma e a Padova, è stata portata a termine con successo sulla base del programma nazionale di donazione a cuore fermo del Cnt- Istituto Superiore di Sanità - già adottato in diverse regioni italiane e avviato quest’anno anche in Sardegna dal Centro Regionale Trapianti con il supporto dell’assessorato regionale alla Sanità.

Il trapianto è stato eseguito grazie alla stretta collaborazione di vari reparti ospedalieri, tra cui il personale di anestesia e rianimazione, chirurghi, infermieri specializzati e il coordinamento del Centro Regionale Trapianti. Il paziente donatore era un uomo di 65 anni, la cui famiglia ha generosamente acconsentito alla donazione degli organi, un gesto che ha permesso di salvare altre vite. 

«La Sardegna vanta già da tempo un consolidato background nell’ambito trapiantologico, cosa che ha consentito di individuare nell’Arnas Broztzu e nell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari i due punti di riferimento per l’introduzione di una nuova tecnica ad alta complessità che a pochi mesi dall’ok dell’esecutivo regionale è già una realtà», ha detto l’assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi. 

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