La Nuova Sardegna

Energia

Regione, rispunta la dorsale del metano: il cuore del progetto sarà nel nord

di Giuseppe Centore
Regione, rispunta la dorsale del metano: il cuore del progetto sarà nel nord

Snam prevede una mega nave a Porto Torres. L’altro polo a Oristano

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Cagliari Cambia nuovamente il progetto della metanizzazione dell’isola, e questo elemento da solo fa chiarezza su alcuni punti sino a ieri ancora messi in discussione.

Il primo: il piano della metanizzazione dell’isola non è stato abbandonato dalla giunta, ma se ne sono messe in discussione, in questi mesi le sue caratteristiche. Secondo: il piano non è alternativo al sistema delle rinnovabili ma ne è naturalmente complementare. Terzo: il governo, i cui rapporti con il sistema regione sono istituzionalmente corretti, ma nulla di più, si muoverà solo se la Regione stessa dirà chiaramente quali sono le sue priorità. La differenza con la partita sulle rinnovabili è tutta qui. La metanizzazione è un dossier che riguarda solo l’isola, le rinnovabili da insediare fanno parte di un “pacchetto” nazionale non più negoziabile. Il punto è che nel resto del paese le centrali a metano ci sono già e consentono di installare una notevole quantità di rinnovabili senza destabilizzare la rete. Qui no. Da sole le rinnovabili, adesso e presumibilmente per molti anni, non sono in grado di assicurare certezza nelle forniture e stabilità nella rete, nonostante batterie e accumuli. E nonostante molti studi, anche internazionali, dicano che teoricamente, si può vivere, energeticamente, di solo vento e sole. La pratica, e i costi non sostenibili per le regioni non prospere, dicono altro. Ecco perché la Regione non solo non ha abbandonato il progetto di metanizzazione ma si appresta ad affiancarlo, entro poche settimane, alla legge sulle aree idonee. Sarà un progetto diverso da quello definito tre anni fa, o ipotizzato solo due mesi fa. Un progetto che vede il porto di Porto Torres hub principale dell’isola.

L’ipotesi mediana, in auge sino a poche settimane fa, prevedeva invece una mezza dorsale, da Oristano a Cagliari-Portovesme, con una nave di media dimensione a Oristano, e una nave più grande ma di poco a Porto Torres, che avrebbe servito solo l’area vasta di Alghero-Porto Torres-Sassari, per utenze civili e industriali. I due punti sarebbero stati anche gli hub logistici per il trasporto su gomma del gnl verso i depositi periferici non serviti da rete. Questa ipotesi era arrivata al termine di un confronto, politico, in giunta e in maggioranza, superato dalla terza ipotesi, anche essa arrivata al termine di un confronto politico.

Quest’ultima dovrebbe essere la soluzione definitiva e dovrebbe rappresentare la carta che la Regione si giocherà nel confronto con il governo. La terza ipotesi prevede infatti la grande nave a Porto Torres, la rete nell’area vasta e poi la dorsale che da Porto Torres arriva sino a Cagliari, passando per Oristano, con la tradizionale deviazione per il Sulcis. La novità consisterebbe nella parte nord.

Da Porto Torres si dovrebbe realizzare un collegamento via tubo con Olbia. La rete infrastrutturale si fermerebbe qui. Verrebbe “tagliato” tutto il centro Sardegna, per ragioni legate alla scarsa utenza e all’assenza di attività energivore. I depositi riferiti ai bacini del nuorese e l’Ogliastra verrebbero serviti via gomma. Quest’ultima ipotesi non ha dalla sua il calendario. Il nuovo tratto di rete, ha bisogno di almeno tre anni prima di aver le autorizzazioni concesse, ma può essere messo in coda ai lavori rispetto agli altri due tratti.

Questa scelta comporta a cascata alcune conseguenze. La presenza di una nave capiente a Porto Torres (utile non solo all’isola ma al sistema di depositi e rigassificatori nazionali), e i depositi costieri con piccola nave a Oristano, consentono la posa di una centrale a gas di media taglia, utile a stabilizzare il sistema e a intervenire nei normali produzione da rinnovabili quasi nulla. Una funzione di stabilizzazione non solo per la rete ma anche per il mercato elettrico.

Questo sistema però definisce anche altri aspetti infrastrutturali ancora aperti: salterebbe il rigassificatore al portocanale di Cagliari, voluto dalla multinazionale Vitol (che ha appena acquisito Saras), ma ostacolato da Regione e Comune e sarebbero libere le banchine di Portovesme dove non ci sarebbe più la nave gasiera prevista dal decreto Draghi. La terza opzione, prima di diventare definitiva, ha bisogno comunque di un passaggio governativo, con la riscrittura dello decreto Draghi di due anni fa. Dovrà essere la Regione a chiederlo al governo, mettendo sul tavolo la sua proposta.

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