«Quel viaggio infinito verso il Portogallo per incontrare Papa Francesco»
Il racconto di Don Muggianu che accompagnò a Lisbona oltre 160 ragazzi: 2mila chilometri in pullman per poter ascoltare il Santo Padre
Sassari «Papa Francesco è un comunicatore straordinario, ho ancora negli occhi lo sguardo dei nostri ragazzi durante l’incontro avvenuto a Lisbona. Le sue parole avevano conquistato tutti».
Nell’agosto di due anni fa Don Alessandro Muggianu, come responsabile della Pastorale giovanile per la diocesi di Nuoro, accompagnò a Lisbona una maxi comitiva proveniente dalla Sardegna per prendere parte alla Giornata Mondiale della Gioventù.
«Un’esperienza bellissima, faticosissima ma estremamente intensa – ricorda oggi –. Partimmo in tantissimi, eravamo oltre 160 a bordo di tre pullman grandi e uno piccolo. Erano tutti giovani tra i 15 e i 30 anni appartenenti alle diocesi di Nuoro e Lanusei. Un viaggio infinito, qualcosa come 2mila chilometri. Quando arrivammo eravamo tutti morti di stanchezza, ma accadde qualcosa che mi fece venire in mente un passo del Vangelo: come la donna che subito dopo il parto dimentica il dolore per la gioia della nascita, così tutti noi dimenticammo la stanchezza ascoltando le parole di Papa Francesco».
In quella occasione il Pontefice incontrò due volte i giovani arrivati da ogni parte d’Europa. «Ci fu la veglia notturna di adorazione e poi il giorno successivo la messa – racconta don Alessandro –. Il suo discorso fu bellissimo e tutti ne fummo molto toccati. Anche chi magari non era partito con chissà quali motivazioni a livello di fede. La sua parola è confortante, qualcosa che ti resta dentro e ne parlammo a lungo con i ragazzi e le ragazze durante il viaggio di ritorno. Questo papa è in grado di toccarti il cuore, e poi ci sono alcune categorie con le quali riesce a instaurare un grande feeling in maniera immediata e assolutamente naturale. Una di queste categorie è proprio quella dei giovani. Mentre a noi preti tira spesso le orecchie, giustamente, con i ragazzi ha davvero un approccio che conquista e lascia il segno».
Come si conclusero quelle giornate? «Con tanta gioia e con la certezza di avere vissuto un’esperienza indimenticabile. In quei giorni trascorsi in Portogallo eravamo ospitati in una palestra in una località poco fuori Lisbona, con noi c’era anche la comitiva di Ozieri e un gruppo proveniente da Roma. Conservammo a lungo dentro di noi quell’emozione, abbinata al fatto di avere fatto parte di un evento al quale parteciparono un milione e mezzo di persone».
«Da questo punto di vista – aggiunge don Muggianu – la figura di Francesco colpisce ancora di più. Non è scontato, al giorno d’oggi, che una religione o un pontefice siano in grado di radunare folle così imponenti. Lui non si è mai risparmiato, nonostante l’età e in un certo senso non ho mai invidiato gli impegni che un papa deve affrontare in una fase della vita nella quale le persone normalmente si riposano. Pregare per lui in questo momento è davvero il minimo». (a.si.)