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Lavoro, calano i disoccupati ma l’istruzione resta al palo: numeri, segnali positivi e negativi

di Massimo Sechi
Lavoro, calano i disoccupati ma l’istruzione resta al palo: numeri, segnali positivi e negativi

Primo maggio nell’isola: sono 54mila i sardi che non hanno un impiego. Preoccupano i dati sulla sicurezza: nel 2024 le vittime sono state 27

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Sassari La Sardegna che celebra la festa del lavoro guarda con fiducia il futuro grazie ai segnali positivi che arrivano dai principali indicatori regionali, in particolare quelli che riguardano il tasso di disoccupazione, in diminuzione progressiva nell’isola negli ultimi anni.

Come contraltare rimane, sempre se si guarda in prospettiva, il dato estremamente negativo del basso livello di istruzione: quasi la metà di quelli che cercano un lavoro in Sardegna è in possesso al massimo della licenza media.

I numeri

Gli occupati nella nostra regione sono 592 mila e di questi 248 mila sono donne. Il settore che la fa da padrone è quello dei servizi che comprende commercio, trasporti, pubblica amministrazione, turismo, cultura, seguito da industria e agricoltura. I lavoratori dipendenti sono 442 mila e di questi 71 mila hanno un contratto a tempo determinato e 371 mila invece a tempo indeterminato.

I segnali positivi

I disoccupati in Sardegna, secondo gli ultimi dati disponibili del 2024, sono in tutto 54 mila, 10 mila in meno del 2023 e, se torniamo invece indietro al 2018, il numero delle persone in cerca di un'occupazione si è ridotto praticamente della metà. In netto miglioramento anche il tasso di disoccupazione sceso dal 10,1% del 2023 all'8,3% dell'anno scorso. Siamo ancora decisamente indietro rispetto alla media nazionale che è al 6,5% e alle performance migliori di regioni come Trentino e Veneto, ma sicuramente va meglio rispetto ad altre realtà del sud del Paese, quasi tutte oltre il 9%.

Anche il tasso di occupazione è in ripresa, al 57,7%, sempre comunque sotto la media nazionale che arriva al 62,2%. È sceso nell'isola anche il numero degli inattivi, cioè delle persone che non hanno lavoro e non lo stanno cercando, dal 37,5% al 36,9%. Ma soprattutto è calata in maniera sensibile la percentuale dei Neet, cioè chi non ha un lavoro, non lo sta cercando e non sta studiando o frequentando corsi di formazione: dal 17 al 12%. Cinque punti in meno che portano l'isola perfettamente in linea con la media nazionale.

I segnali negativi

Sono 245 mila le persone che fanno parte della forza lavoro dell'isola (cioè con un'età compresa tra i 15 e i 74 anni) e che non hanno un titolo di studi o si sono fermati alle elementari o alle medie. Un numero altissimo che preoccupa. Tra chi aspira a entrare, o rientrare nel mondo del lavoro, solo 5 mila hanno la laurea e 24 mila invece sono in possesso del diploma di scuola superiore. Sono 25 mila invece quelli che si presentano ad un colloquio di lavoro con un titolo di studio che arriva al massimo alle medie.

Le province

Il tasso di disoccupazione più basso in Sardegna ce l'ha la vecchia provincia di Sassari e della Gallura che si ferma al 7,5%, seguito dal Sud Sardegna (8,1%), Città metropolitana di Cagliari e Oristano (8,8%) e Nuoro (9,3%), l'unica che nell'isola ha fatto segnare un peggioramento rispetto al 2023.

La sicurezza

Nell'isola nel 2024 i decessi sul lavoro sono stati 27, due in più rispetto al 2023. In particolare, i morti sul lavoro per milione di occupati sono stati 46,8: un dato che colloca la nostra regione al sesto posto a livello nazionale per l'incidenza statistica di infortuni mortali. Un risultato sicuramente negativo e che apre anche una doverosa riflessione sul tema della sicurezza nei posti di lavoro nell'isola.

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