La Nuova Sardegna

Il caso

Più di 100 firme contro il sindaco che ha licenziato l’addetto stampa


	(da sinistra Giampiero Falzone e Renzo Sanna)
(da sinistra Giampiero Falzone e Renzo Sanna)

Il giornalista sassarese Renzo Sanna cacciato per aver dimenticato l’invio di una mail. Assostampa Sarda e Odg: «L’auspicio è che la vicenda torni al più presto nei binari della correttezza»

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Sassari L’appello è stato firmato da oltre cento tra giornalisti e fotoreporter. E aumenta il numero di adesioni alla lettera pubblicata su “Cantiere Bologna” per chiedere chiarimenti sul licenziamento del giornalista sassarese Renzo Sanna.

La vicenda è questa: il contratto di Sanna è stato stracciato a gennaio, da un giorno all’altro, dal sindaco di Calderara di Reno, Giampiero Falzone, Comune per cui svolgeva il ruolo di addetto stampa. Stimato e conosciuto nell’isola e oltremare, con un’esperienza ventennale in varie testate, il motivo di licenziamento sarebbe una dimenticanza: il giornalista non avrebbe inviato una mail, e non avrebbe pubblicato un’ordinanza sull’albo pretorio. Quest’ultimo, comunque, un compito che non rientra tra gli incarichi di un addetto stampa. 

«Ha motivato la decisione per il venire meno del rapporto di fiducia ma lui stesso, l’anno scorso, aveva confermato Sanna nel ruolo di ufficio stampa del Comune che ricopriva – scrive “Cantiere Bologna” –, infatti, dal 2019: evidentemente per cinque anni la sua professionalità e il suo modo di lavorare lo avevano soddisfatto, tanto da rinnovargli la posizione per un nuovo mandato. Come categoria, siamo rimasti sbigottiti e indignati davanti a un tale comportamento». 

Sulla questione, oggi 30 aprile, è intervenuta anche l’Associazione della Stampa Sarda sulla «brutta pagina» che riguarda Renzo Sanna. «Secondo il sindaco sarebbe venuto meno il rapporto di fiducia con il collega, al quale lo scorso anno era stato però rinnovato il contratto. Un contratto anomalo: lo stesso sindaco ha ammesso di aver assunto Sanna al di fuori delle regole previste dal Protocollo regionale firmato da Aser, Anci e Ordine regionale dei giornalisti. E dopo aver mandato via Sanna, il sindaco diffonde comunicati in spregio della legge 150/2000 che prevede che negli uffici stampa dei Comuni operino giornalisti iscritti all’Ordine, come richiamato anche dal Protocollo regionale. L’Associazione della Stampa Sarda e l’Ordine dei giornalisti sono vicini a Renzo Sanna e all’Associazione della Stampa dell’Emilia Romagna, che attraverso il suo presidente Paolo Maria Amadasi si è già attivata per difendere i diritti del nostro collega. Al Segretario aggiunto della Federazione nazionale della stampa Matteo Naccari è stato anche intimato, mentre protestava durante il consiglio comunale, di non esporre striscioni e cartelli per Sanna. Gli è stato anche proibito di scattare fotografie. L’Ass e l’Odg della Sardegna giudicano gravissimo quanto sta accadendo, peraltro nel silenzio del Pd, partito che esprime il sindaco Falzone e i cui vertici nazionali hanno posto la difesa dei diritti dei lavoratori tra le priorità dell’azione politica. L’auspicio è che la vicenda torni al più presto nei binari della correttezza, in modo che a Renzo Sanna possa essere restituita la sua dignità di giornalista e di persona. Sarebbe un bel modo per la ricorrenza del Primo maggio, festa del lavoro, che si dovrebbe celebrare partendo dal rispetto dei diritti dei lavoratori». 

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