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Turismo

Anticipo boom d’estate, nell'isola presenze in crescita del 5 per cento

di Ilenia Mura
Anticipo boom d’estate, nell'isola presenze in crescita del 5 per cento

Stranieri in aumento grazie ai collegamenti diretti. Ramona Cherchi: «Possiamo fare di più ma serve una cabina di regia»

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Sassari Un anticipo d’estate andato a gonfie vele: «Queste feste sono andate bene, perché negarlo. C’è stato tanto movimento dal primo aprile, è chiaro che il turista abbia voglia di Sardegna e che questo sia un dato inconfutabile. Però serve una cabina di regia che metta a sistema contenuti e destinazioni, in modo tale da captare desideri ed esigenze del turista che non viene qui solo per andare al mare». Parole della vicepresidente Federalberghi, Ramona Cherchi, general manager di due strutture ricettive di Olbia che insieme contano quasi 500 posti letto.

La Sardegna che crede in una stagione che vada ben oltre il brand “estate, mare ed enogastronomia” ha registrato il suo incremento del 5 per cento rispetto al 2024. «Con una leve flessione durante i giorni del 25 e 26 aprile, ma il picco è atteso per il 20 maggio perché andiamo avanti col freno a mano ancora tirato: prima che tutto vada a sistema bisogna attendere luglio e agosto». A dirlo è il presidente dell’associazione Extra, Maurizio Battelli, settore extra alberghiero da 40mila strutture dell’isola, fra Bed and breakfast e seconde case, aperte dal primo aprile grazie soprattutto ai voli internazionali: «Che in periodi come questi fanno arrivare austriaci, tedeschi, svizzeri, tutti turisti che andrebbero coccolati di più».

Le destinazioni privilegiate e prese d’assalto per le feste pasquali sono state le città d’arte: Cagliari e Alghero fra quelle più gettonate, poi Olbia. «Ma la Sardegna – spiega Battelli – deve ancora imparare a comunicare con gli altri paesi e a vendere meglio le sue destinazioni. Solo così possiamo pensare di ingranare realmente. Oltre il fatto che nella maggior parte dei casi – conclude – il turista viene accolto da paesi ancora in letargo. Loro però sono contenti: fanno trekking, vanno al mare e nei musei».
«Noi abbiamo una clientela business, dunque abbiamo avuto un calo fisiologico durante queste feste, anche se c’è stato un vero boom dall’inizio di aprile», racconta la vice di Federalberghi Gallura, Ramona Cherchi.
La Sardegna vincente? «C’è ancora molta strada da fare, ma ci stiamo arrivando a piccoli passi. Sostengo da sempre che l’isola debba diventare un brand, oltre che pretendere voli fino al 31 dicembre. Bisogna investire sulla formazione anche in questo caso: abbiamo bisogno di una road map, di una visione d’insieme di tutto quello che abbiamo e possiamo vendere ogni mese. Perché – sostiene Cherchi – la nostra isola è un multiprodotto: balneare, naturalistico, enogastronomico, folkloristico, spirituale, culturale, archeologico, paesaggistico e via elencando. Ogni zona ha le sue peculiarità, basterebbe un censimento dettagliato per generare una domanda adeguata ad attrarre tipi di turismo differenti». Non solo sagre di paese o feste patronali: «È inoltre impensabile che la Regione spenda 6 milioni di euro per il Capodanno, ossia per un giorno soltanto, quando potrebbe investire sul futuro».
La domanda da porsi: «In questi dodici mesi, da nord a sud, da ovest e a est, che cosa possiamo vendere? Se è vero che nel nord Europa si costruiscono tour attorno a realtà come Stonehenge, è anche vero che noi abbiamo luoghi, dai nuraghi a i pozzi sacri, che non siamo ancora riusciti a comunicare nel migliore dei modi».
Esempio: un milione di turisti, 30 mila per il solstizio d’estate, raggiungono ogni anno il sito neolitico a 13 chilometri a nord ovest di Salisbury. Il pozzo di Santa Cristina, a Paulilatino: circa centomila visitatori nel 2024.

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