La Nuova Sardegna

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La storia di Carlo Coni: «Nel mio paese ho portato i nomadi digitali»

La storia di Carlo Coni: «Nel mio  paese ho portato i nomadi digitali»

Dopo la laurea ha creato il primo coworking e coliving dell’entroterra sardo

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Sassari Carlo Coni, 36 enne di Laconi, racconta invece la scelta di chi la Sardegna non l’ha lasciata ma ha realizzato qui i suoi obiettivi professionali e personali, nonostante avesse diverse opportunità per andare fuori. «Sono cresciuto a Laconi – spiega – e dopo il diploma sono andato a Cagliari per studiare scienze politiche. Nel 2014, finita l’università, pensavo di tornare al paese solo per l'estate. Invece, non me ne sono più andato. Qualcosa mi tratteneva, anche se allora non sapevo bene cosa. Già dal 2011 mi ero appassionato alla progettazione europea, lavorando come consulente per PMI e soprattutto con il programma Erasmus. Quei viaggi mi hanno aperto gli occhi: ho scoperto realtà incredibili in giro per l'Europa. Poi, durante un soggiorno in Galizia, ho conosciuto uno spazio di coworking rurale e mi sono domandato perché non provare a creare qualcosa di simile in Sardegna».

Per trasformare quell’idea in un progetto concreto ci sono voluti quattro anni nei quali Carlo ha cercato di dare una veste definitiva a quell’intuizione. «Nel 2018, con un micro credito ottenuto dalla Sfirs e grazie anche ad un immobile di proprietà della mia famiglia sono riuscito a creare “Treballu”, quello che è diventato il primo spazio di coworking e coliving dell’entroterra sardo». L’idea era semplice: portare nomadi digitali da tutto il mondo a vivere per qualche mese a Laconi, facendoli interagire con la comunità locale ma anche permettendo loro di conoscere altri luoghi della nostra isola, non solo quindi quelli delle coste ma anche zone dell’interno. Il progetto è andato avanti ed è cresciuto sempre di più. «Ora – ci racconta Carlo – siamo in una fase di espansione, grazie all’amministrazione comunale stiamo riconvertendo il vecchio mercato civico in uno spazio più grande, capace di ospitare eventi e accogliere ancora più persone che potranno lavorare in remoto. Contemporaneamente stiamo prendendo in gestione altri immobili che ci permetteranno quindi ospitare un numero maggiore di persone, coinvolgendo ancora di più la nostra comunità. Dal 2022 abbiamo avuto oltre 50 ospiti da tutto il mondo, dagli Stati Uniti, dall’Australia, dall’Argentina. Il passaparola funziona. Ma non si tratta solo di portare turisti: voglio creare un ecosistema dove chi decide di cambiare vita possa trovare in Sardegna la sua opportunità. Certo, a Laconi non abbiamo il mare, ma il nostro patrimonio naturale e umano vale tanto. Il mio motto è: 'Dove non c'è niente, puoi fare di tutto'. E dopo aver viaggiato, ho capito che la Sardegna ha tutte le potenzialità per diventare un laboratorio di innovazione. Basta crederci, e lavorare sodo per trasformare le idee in realtà». (ma.se.)

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