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Addio a Nicola Grauso, l’imprenditore che portò Internet in Italia: ecco chi era

Addio a Nicola Grauso, l’imprenditore che portò Internet in Italia: ecco chi era

Lanciò il primo quotidiano online d’Europa, il secondo nel mondo. Sua la rivoluzione di Video On Line, il primo internet provider italiano

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Cagliari Fu il primo a scommettere in Italia sull'online, quando nessuno ci credeva. Fondò Video On Line, primissimo internet provider globale, fece sbarcare il quotidiano "L'Unione Sarda" su Internet nel 1994, rilanciò il giornalismo locale gratuito con E Polis. Prima ancora, aveva rivoluzionato i media sardi con Radiolina e Videolina. È stato protagonista, pioniere e a volte vittima del suo stesso tempo. Nicola 'Nichi' Grauso è morto all'età di 76 anni a Cagliari dopo una lunga malattia. Il suo nome resta legato a una visione: fare informazione libera, ovunque e per tutti.

Grauso è stato molto più di un editore. È stato un precursore, un innovatore coraggioso e, spesso, una figura divisiva. La sua carriera ha attraversato decenni di trasformazioni nei media, lasciando un'impronta profonda e inconfondibile. Dalla Sardegna ha lanciato esperimenti editoriali che avrebbero influenzato l'Italia intera, e, in alcuni casi, l'Europa.

Nato a Cagliari il 23 aprile 1949, laureato in Giurisprudenza, Nicola Grauso entra giovanissimo nel mondo della comunicazione. Nel 1975 fonda Radiolina, una delle primissime radio private italiane, e nel 1976 dà vita a Videolina, la prima televisione libera della Sardegna. Le due emittenti diventano in pochi anni punti di riferimento, capaci di dare voce a un'isola allora periferica nel panorama mediatico nazionale. Con un linguaggio vicino alla gente, programmi locali e informazione in diretta, Grauso rompe il monopolio Rai e inventa un modo nuovo di fare televisione e radio. È l'inizio di una visione che resterà costante: portare l'informazione dove non arriva, abbattere le barriere dell'accesso. 

Nel 1985 acquista "L'Unione Sarda", quotidiano storico dell'isola, e lo trasforma in un laboratorio di innovazione. L'editoria, fino ad allora tradizionale, subisce un'accelerazione senza precedenti. Introduce sistemi digitali, informatizza la redazione e investe in tecnologia. Nel 1994 Grauso fa un passo rivoluzionario: "L'Unione Sarda" diventa il primo quotidiano europeo a pubblicare contenuti online e il secondo nel mondo dopo il "Washington Post", quando Internet era ancora un mistero per la maggior parte degli italiani. È il segno di una visione anticipatrice, che guarda già alla Rete come nuovo spazio dell'informazione.

Quasi in parallelo alla digitalizzazione del giornale, nel 1993 Grauso fonda Video On Line (Vol), uno dei primi provider italiani di accesso a Internet. Nasce come esperimento editoriale online, poi diventa una società strutturata, con sede a Cagliari e ambizioni nazionali. È una delle prime piattaforme a offrire navigazione e contenuti, portando migliaia di italiani nel nuovo mondo digitale. Vol viene venduta a Telecom nel 1996 e segna una delle tappe fondamentali nella diffusione di Internet in Italia. Ancora una volta, Grauso è in anticipo sui tempi, e ancora una volta non tutti comprendono la portata della sua azione.

Nel frattempo, tra fine anni '80 e anni '90, l'imprenditore sardo guarda all'Europa dell'Est, appena uscita dal comunismo. Acquista il quotidiano "Życie Warszawy" in Polonia, fonda la tv Polonia 1, tenta un'internazionalizzazione ambiziosa. Negli stessi anni dà vita al partito Nuovo Movimento, con l'idea di una Sardegna più autonoma e moderna. Grauso con il suo movimento si presenta alle elezioni comunali di Cagliari del maggio 1998: in corsa come sindaco della città, appoggiato da una coalizione di partiti minori, ottiene il 14,47% di preferenze che gli valgono il seggio in consiglio comunale. Alle elezioni regionali in Sardegna del 1999 Grauso e il Nuovo Movimento si presentano poi nella coalizione del futuro presidente Mauro Pili ottenendo due seggi. L'esperienza politica si conclude nel dicembre del 2001, con le dimissioni di Grauso dalla carica di consigliere regionale. Dimissioni motivate la sua decisione con la necessità di seguire direttamente i numerosi processi nei quali si è trovato coinvolto. Ma la sua vera arena è rimasta sempre quella mediatica. Nel 1997 si impegna pubblicamente per la liberazione di Silvia Melis, giovane sequestrata nell'Ogliastra. La sua discesa in campo nella vicenda scuote le istituzioni e l'opinione pubblica. Da editore, diventa attore della cronaca. Nel 1999 cede la proprietà dell''Unione Sarda' all'attuale editore Sergio Zuncheddu.

Nel 2004 lancia E Polis, un network di quotidiani locali gratuiti distribuiti in tutta Italia, dagli aeroporti ai bar. Una sfida editoriale basata sulla qualità giornalistica senza prezzo di copertina. Il modello piace, cresce, si espande. Per un periodo, E Polis rappresenta il tentativo più concreto di ridare forza al giornalismo locale. Ma la crisi economica e l'impatto dei modelli pubblicitari digitali ne compromettono la sostenibilità. Nel 2007, il gruppo entra in difficoltà; nel 2011 arriva il fallimento. Anni dopo, nel 2024, la giustizia condanna Grauso a cinque anni per il crac del gruppo, in primo grado. È un'ombra sull'ultima grande impresa, ma non cancella l'intuizione.

Negli ultimi anni, Grauso si era allontanato dalla scena pubblica, colpito da un carcinoma a piccole cellule. Ha affrontato la malattia con la stessa determinazione che ha segnato tutta la sua vita, non cedendo mai alla rassegnazione. E' morto lasciando un'eredità complessa, fatta di successi pionieristici e cadute fragorose, di idee visionarie e battaglie ostinate. Nicola Grauso è stato un uomo in anticipo sul proprio tempo, spesso incompreso, certamente non convenzionale. Ha saputo connettere una regione periferica al mondo, ha intuito prima di molti dove sarebbe andata l'informazione. Ha fatto scelte coraggiose, a volte sbagliate, ma sempre radicali. La Sardegna, l'Italia, il web gli devono qualcosa che ancora oggi si vede, si legge, si naviga.

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