La Nuova Sardegna

Consulta

Coppie gay, i sindaci sardi: «Siamo pronti a riconoscere entrambi i genitori»

di Paolo Ardovino
Coppie gay, i sindaci sardi: «Siamo pronti a riconoscere entrambi i genitori»

I primi cittadini accolgono la sentenza della corte costituzionale sulle due mamme di Lucca. Mascia: «Dignità alle famiglie», Falconi: «La magistratura arriva prima della politica»

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Sassari I sindaci sardi dicono «sì». Non vedono l'ora di mettere tutto nero su bianco. La Corte costituzionale si è espressa su un caso che ha coinvolto due madri di Lucca e l’eco della decisione è arrivata in tutta Italia: la Consulta ha infatti dichiarato «incostituzionale» il divieto a una madre non biologica in una coppia omosessuale di essere riconosciuta in automatico come genitrice. Ora invece c’è il lasciapassare a due madri e due padri per le coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita e finora sono state divise dalla legge. Un genitore non riconosciuto non può andare a prendere il figlio o la figlia a scuola se non ha una delega, per dire. Daniela Falconi parla come sindaca di Fonni ma soprattutto come presidente di Anci Sardegna. Esordisce con un «finalmente». Il sollievo, spiega, è perché «viene riconosciuto un diritto».

Ma c'è una nota di rammarico perché «come sempre, la magistratura arriva prima della politica». La sentenza della Consulta suona come uno step in avanti: «Certo, stiamo già riconoscendo per legge le unioni civili, è normale. E poi non è solo una questione di diritto, ma anche pratica». Sì, Falconi parla delle ripercussioni nella quotidianità di tante famiglie: «Uno dei due genitori che non può andare a prendere i bambini a scuola perché non riconosciuto come genitore». E poi il “sì” della Consulta facilita il lavoro tra i corridoi comunali: «Si risolve un problema a cui molti funzionari non sapevano come rispondere».

Tra i primi cittadini, fa un grande sorriso quello di Sassari, Giuseppe Mascia: «È arrivata una parola chiara che aiuta gli amministratori a stare al passo con un concetto acquisito culturalmente, e ridà dignità a genitori e figli». Secondo Mascia la famiglia viene solo rafforzata: «È un istituto che dobbiamo sempre di più tutelare in tutte le sue differenze». Fino ad adesso anche chi era favorevole è stato costretto a muoversi a tentoni, con il rischio di finire nei meandri burocratici che avrebbero fermato tutte le procedure di riconoscibilità. «Aspettavamo un segnale chiarificatore in tal senso. A Sassari ci siamo confrontati con dei casi analoghi e abbiamo sempre cercato di operare con grande rispetto delle norme ma anche in considerazione dell’esigenza della popolazione».

Sono il sindaco che ha anticipato i tempi: non lo dice così, ma un po’ lo pensa Settimo Nizzi. Dalle parti di Olbia il via libera al riconoscimento di entrambi i genitori per figli nati con procreazione assistita è «una conferma». Così Nizzi, che apre una breccia nel centrodestra verso i diritti civili: «Una conferma di quanto già avevamo fatto qualche anno fa».

Il primo cittadino olbiese si era imbattuto nella questione: «Avevo provveduto a regolarizzare la vita di un neonato avuto dall’unione di due donne». A Olbia nel 2023 era successa una cosa mai accaduta prima in Italia. Due donne legate da unione civile hanno deciso di separarsi e il figlio, minorenne, è stato affidato alla madre non biologica. Senza passare dalle aule di tribunale le due genitrici si erano accordate per fare in modo che il bambino da quel momento in poi vivesse con la madre non biologica, con la possibilità di vedere e stare anche con quella biologica. Per questo, gongola Nizzi, «questa sentenza arriva come qualcosa già assimilato da tempo».

Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, è stato tra i primi a commentare la svolta: «Un cambio di passo importante nella sfera dei diritti. Già durante il mio primo mandato ci siamo schierati a favore dei diritti – così sui suoi social –. La politica può e deve intervenire, per questo ci adegueremo alla sentenza della Corte costituzionale che consentirà alle coppie omogenitoriali di riconoscere lo status di figlio di entrambe le genitrici attraverso la corretta iscrizione nei registri dello stato civile».

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