Ibba torna sul podio: «Le sfide? Nuove tecnologie e spopolamento»
Gli oristanesi sbarcano nella Penisola con l’acquisto di Codè e dei suoi 200 market. Il 2023 primo anno da società benefit: «Non solo profitti, ma ricadute sul territorio»
Ritorna sul podio del Top 1000 il gruppo Fratelli Ibba. L’impresa oristanese specializzata nel settore del commercio alimentare, ne era scesa lo scorso anno a causa del caro energia, che aveva gonfiato i fatturati della centrale elettrica di Fiume Santo. L’assenza è durata poco, con un fatturato 2023 di quasi 537 milioni, in aumento del 9 per cento rispetto al 2022. Ma il vero balzo in avanti è previsto a breve: a metà giugno si concluderà l’acquisizione, avviata nel 2024, del 75 per cento di Codè, organizzazione del gruppo Crai che gestisce oltre 200 punti vendita nel Nord-ovest della Penisola. Un’integrazione che dovrebbe valere un incremento del fatturato intorno ai 300 milioni di euro.
«Per la prima volta, non è un’azienda della distribuzione del Nord Italia che sbarca in Sardegna, ma è una distribuzione sarda che esporta il suo modello, e soprattutto i prodotti dei fornitori dell’isola, oltre Tirreno» commenta il presidente del gruppo Giangiacomo Ibba, classe 1976, dal 2022 amministratore delegato del gruppo Crai. L’imprenditore oristanese precisa un aspetto: «La nostra crescita non è fine a se stessa, serve a garantire forza e continuità a tutte le persone che sono coinvolte nel nostro percorso aziendale».
Il riferimento è ai dipendenti, circa 1.300, all’indotto, oltre tremila persone, ai produttori della filiera e agli imprenditori che fanno parte della rete distributiva. L’azienda conferma l’impegno sul fronte della filiera: «Siamo arrivati ad avere il 49 per cento di fornitori locali nei nostri scaffali e, con il marchio Cuore dell’Isola, ci assicuriamo che anche le materie prime siano sarde». E l’attenzione ai lavoratori: «Nel 2023 abbiamo lavorato insieme al dipartimento di Psicologia dell’Università di Cagliari a un progetto sul welfare aziendale e sul benessere psicologico dei lavoratori. Per noi è una delle priorità». Il 2023 è stato anche un anno di investimenti, come sottolinea Stefano Ibba direttore generale del gruppo, con la ristrutturazione di circa 15 punti di vendita e la nuova apertura di un nuovo Centro Cash a Sassari. In totale, nel triennio 2023-25, il gruppo ha investito 60 milioni. Nel 2023 il gruppo è diventato società benefit: «Una decisione frutto di un naturale percorso del nostro modello imprenditoriale da sempre incentrato su uno sviluppo sostenibile. Decidiamo di orientare i nostri sforzi non solo al profitto quanto al bene comune, con l’obiettivo di generare un impatto positivo sulle persone, la comunità e il territorio».
Ma, guardando al futuro, sono due le sfide principali che il gruppo è chiamato ad affrontare. Quella della crisi demografica e quella delle nuove tecnologie. Due aspetti molto più connessi di quanto si potrebbe pensare. Stiamo lavorando per ridefinire i nostri punti vendita più piccoli, quelli nei piccoli paesi. Sono fondamentali per garantire il diritto alla “restanza”» spiega Ibba, citando Vito Teti, l’antropologo che racconta la scelta di chi prova a vivere nelle periferie, cercando di dare un nuovo significato ai luoghi.
«Migliorare l’economicità e la giusta profittabilità di questi punti vendita è una delle chiavi per tenere in piedi questi paesi. Noi vogliamo fare la nostra parte e siamo disposti anche a dialogare con le istituzioni per lavorare insieme». Una sfida che si vince anche grazie alle nuove tecnologie. Dall’automazione della logistica, già avviata per quel che riguarda l’acqua «con l’obiettivo di rendere meno faticoso il lavoro del personale», fino all’implementazione dell’intelligenza artificiale nell’elaborazione delle proposte ai clienti e alla semplificazione delle operazioni di check-out. «Lavoriamo per trasformare le nuove tecnologie in un’opportunità».