La Nuova Sardegna

Sanità, la polemica

L’Aou congela le ore lavorate in più: cento medici pronti a dimettersi

di Luigi Soriga
L’Aou congela le ore lavorate in più: cento medici pronti a dimettersi

Alcuni soprattutto durante il Covid hanno accumulato una enorme mole di straordinario: valanga di mail di protesta al nuovo commissario

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Sassari Cento dirigenti medici dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari sono pronti a dimettersi in blocco. Una minaccia pesante che arriva dopo l’azzeramento arbitrario delle ore aggiuntive accumulate nel 2023, senza che queste fossero mai state retribuite. Due giorni fa i professionisti hanno inviato un centinaio di email di protesta al nuovo commissario dell’Aou, ma finora dall’azienda non è arrivata alcuna risposta. Il nodo del contendere è legato alla gestione delle cosiddette prestazioni aggiuntive: ore di lavoro straordinario, oltre le 38 settimanali, spesso essenziali per garantire il funzionamento dei reparti più in sofferenza. Alcuni medici avrebbero accumulato oltre 300 ore aggiuntive nel 2023, maturate anche durante l’emergenza Covid.

L’azienda, però, ha deciso di "congelare" queste ore, azzerandole nei cartellini dei professionisti e generando in molti casi un saldo orario negativo. Il risultato è che le prestazioni aggiuntive attuali non vengono più pagate. Il problema nasce anche da un cambio di rotta a livello nazionale.

La legge 502 dava la possibilità alle aziende sanitarie di assegnare ai dirigenti medici degli obiettivi annuali: per raggiungerli, era consentito svolgere più ore del monte settimanale previsto. L’intento era duplice: incentivare il raggiungimento di risultati e al contempo evitare che le aziende abusassero delle ore aggiuntive come alternativa alle assunzioni di nuovo personale. Dal 2024, però, le regole sono cambiate. Ogni azienda sanitaria può stabilire, tramite specifici calcoli, un tetto massimo di ore aggiuntive che un dirigente può effettuare. Per farlo, naturalmente, è necessaria l’autorizzazione formale del direttore di struttura. In questo contesto, tutte le aziende hanno deciso di “mettere ordine” sul pregresso, tracciando una linea di demarcazione. Lo spartiacque è chiaro: prima si regolarizza quanto maturato, poi si applicano le nuove disposizioni. Qui però si inserisce l’anomalia dell’Aou di Sassari: a differenza di altre aziende sanitarie che hanno già retribuito i risultati ottenuti dai dirigenti negli anni passati, l’azienda sassarese non lo ha fatto né per il periodo 2013-2017 e né per il 2023. Di fatto, le ore aggiuntive sono state annullate senza aver mai riconosciuto il dovuto compenso. Una scelta che i medici considerano “arbitraria e lesiva”. I sindacati avevano ricevuto una prima spiegazione due mesi fa: le ore erano state “congelate in attesa di una decisione”. Ma da allora, nessuna comunicazione ufficiale. Intanto, la prospettiva è il blocco dei pagamenti per le ore extra attualmente svolte.

E se i medici decidessero di concretizzare lo stato di agitazione non rimanendo nemmeno un minuto in più in reparto, rispetto alle ore retribuite, l’attività ospedaliera rischia la paralisi. «Se non arriveranno risposte concrete – fanno sapere i dirigenti – procederemo con le dimissioni collettive». La situazione appare esplosiva: da un lato il tentativo legittimo delle aziende di razionalizzare l’uso delle ore extra; dall’altro, il diritto dei medici a vedere riconosciuto il proprio lavoro. Una mediazione appare urgente, anche per evitare ripercussioni sull’assistenza ai pazienti.

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