Saras l’ultimo valzer: con il 2023 si chiude un’epoca durata 60 anni
Fatturato consolidato: 11,8 sono i miliardi di euro registrati dal gruppo nell’anno, in calo rispetto al 2022
Nella storia della Sardegna, al capitolo “industria”, il 2023 contiene un elemento di cesura molto netta. Questo è stato l’ultimo anno che ha visto la famiglia Moratti possedere e gestire la Saras. A febbraio 2024 infatti c’è stato l’avvio della procedura che ha portato poi nei mesi successivi a veder subentrare ai Moratti la multinazionale Vitol. Questa ha avviato una offerta pubblica di acquisto sulle azioni possedute dal mercato, e a conclusione della stessa, con il 100 per cento del capitale posseduto, Vitol ha ritirato Saras dalle quotazioni di Borsa. Il 2023 quindi è stato l’ultimo anno apparentemente senza scossoni per la società, (escluse le dimissioni a marzo dell’Ad
Matteo Codazzi, nominato solo cinque mesi prima) anche se, come avviene in questi casi, già l’anno prima del dealing i contatti e gli scambi di informazioni tra venditore e acquirente erano attivi. Il 2023 però è stato anche l’anno che ha visto ricavi ridursi, utili in calo, ma una posizione finanziaria ancora positiva.Il gruppo è presente nel Top 1000 con tre società: la Saras propriamente detta, che si occupa di raffinazione e lavorazione di prodotti derivati per conto terzi, la Sarlux, che produce energia elettrica rigassificando i residui di lavorazione, e la Sardeolica, la controllata che si occupa di produzione di energia da rinnovabili e ha attivi alcuni campi nel Cagliaritano e in Ogliastra. Il risultato del consolidato vede il fatturato passare da 15,8 a 11,8 miliardi. Il decremento è legato sia alle mutate condizioni di scenario sia ai minori volumi prodotti e venduti. Le variabili che hanno inciso sul minor fatturato sono state il deprezzamento dei principali prodotti petroliferi, la riduzione del prezzo di vendita dell’energia elettrica (regolato all’interno del regime di essenzialità) e l’andamento del cambio caratterizzato dall’indebolimento del dollaro nei confronti dell’euro. Fattori non specifici di Saras, ma anche delle altre società energetiche nazionali e continentali, in balia di prezzi fortemente instabili legati alla crisi ucraina, e destinati a proseguire. I sommovimenti dei mercati hanno visto oscillare le tipologie di prodotto, con il progressivo stop alle importazioni dalla Russia, che hanno comportato un cambio nella qualità e del prezzo delle materie prime lavorate. Le oscillazioni accentuate del fatturato Saras, intesa come società e non come capogruppo, dipendono dai valori dei prodotti, a loro volta modulati da dinamiche geopolitiche e di mercato. Ad esempio nel 2023 il prezzo medio del diesel è stato pari a 814 dollari a tonnellata; nel 2022 era a 1039. La benzina è passata da 991 dollari a tonnellata nel 2022 a 845 nel 2023. Dal punto di vista delle produzioni industriali, i volumi sono stati in linea con l’anno precedente. Anche sugli utili vanno considerati fattori eccezionali, come la tassazione sui cosiddetti “extraprofitti”, che nel caso del gruppo Saras ha visto calare gli utili da 709 del 2022 a 325 nel 2023.
Analogo ragionamento sugli investimenti che nel 2023 sono stati pari a 224,4 milioni di Euro, superiori rispetto ai livelli del 2022 (105,7 milioni di Euro). Questo incremento è riconducibile sia alle maggiori attività nel segmento industriale sia alle maggiori attività di sviluppo nelle rinnovabili, che hanno portato nel biennio successivo a incrementi di potenza dei campi eolici. Ma il 2023 sarà ricordato con le parole che Massimo Moratti ha lasciato al momento della validazione del bilancio. La cessione a Vitol «è stata una scelta molto difficile e carica di emozioni, ma compiuta per il bene del Gruppo. Ringrazio tutte le persone che, con dedizione e impegno ci hanno accompagnato in questo lungo cammino, e sono certo – conclude – che anche nel nuovo assetto proprietario troveranno ulteriori occasioni di sviluppo».(gcen)