La Nuova Sardegna

L’intervista

Invecchiamento, la Sardegna si conferma maglia nera

Invecchiamento, la Sardegna si conferma maglia nera

Il Rettore della Bocconi: «A Oristano un tasso di over 60 come in Giappone»

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Cagliari Si chiuso ieri con la presentazione del Rapporto sulla popolazione italiana, la tre giorni dei Popdays, incontro internazionale su demografia e popolazione. Nel corso della giornata conclusiva, a presentare il Rapporto (redatto da Daniele Vignoli, presidente della associazione italiana per gli studi sulla popolazione e Anna Paterno) il Rettore della Università Bocconi di Milano, Francesco Candeloro Billari, docente di demografia al dipartimento di Scienze Sociali della Bocconi. Billari è al suo secondo mandato, che scadrà nel 2027. In questa intervista Billari spiega perché dai problemi demografici e di invecchiamento, se affrontati bene, possono nascere opportunità.

Professore, l’isola fa pochi figli, ha un’età media tra le più elevate nell’occidente. Siamo pochi e saremo sempre dimeno nei prossimi anni. Oppure c’è una alternativa?

«Intanto una premessa di metodo. Queste dinamiche vanno gestite, anche in misura creativa, ma senza aspettarsi risultati immediati. Ci vuole tempo prima che le pratiche virtuose varate abbiano successo».

Rimaniamo però un caso eccezionale, di non facile soluzione.

«Già l’Italia è un caso eccezionale. La Sardegna lo è due volte. Siete più longevi, fate meno figli (la provincia di Cagliari è allo 0,84 di tasso di fecondità), a Oristano c’è un tasso di over 60 con le stesse percentuali del Giappone. Ma la Sardegna è anche l’area dove sono arrivati e vivono meno stranieri. Sono loro che hanno rallentato in Italia lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione. Da voi ci sono aree dove il tasso di presenza di stranieri è al 2 per cento. Nulla. L’isola vive una situazione eccezionale, bisogna pensare a qualcosa di nuovo. In Italia un certo recupero, dato proprio dalla presenza degli stranieri si potrà avere. Qui serve altro».

Ma non siamo una regione ricca che può permettersi bonus a tutti. Realtà diverse da noi come l’Ungheria, che ha immesso montagne di soldi nel favorire le coppie a fare più figli, ha visto crescere poco il tasso di fecondità.

«Perché non sono i soldi a facilitare l’allargamento della famiglia, ma la fiducia, l’ottimismo, la speranza in un futuro migliore. Elementi che in aree europee come quelle citate non vedo emergere. La rabbia, la paura del diverso, la difesa di ciò che si pensa di perdere sono il più potente anticoncezionale».

Quale consiglio si sente di dare alla nostra classe politica, che è restia ad affrontare questo tema in modo organico, soprattutto perché va ben oltre la durate di un singolo mandato elettorale?

«Invito a vedere la longevità non come un problema ma come una risorsa, come un elemento che rende più accogliente la narrazione della Sardegna attirando sempre più visitatori che si stabiliscono qui. L’invecchiamento va gestito con intelligenza e pazienza. Se si decidono di attivare misure di incentivi come bonus, sostegni fiscali, assistenza dedicata, queste vanno poi tenute stabili per diversi anni, e poi testarle, senza illusioni. E poi concentrarsi sulle sub-aree sarde, e dare risposte specifiche alle esigenze del territorio. In un’ottica di speranza e fiducia».(gcen)

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