Carceri sarde: ispezioni assenti, gravi carenze sanitarie
Rese pubbliche le relazioni delle Asl sul problema sovraffollamento: per l’isola assenti le risposte di Gallura, Ogliastra e Cagliari
Sassari Sovraffollamento carceri, i dati sono parziali: l’associazione Luca Coscioni rende pubbliche le relazioni redatte dalle aziende sanitarie locali (ASL) in merito alle visite effettuate negli istituti penitenziari italiani. I documenti, ottenuti grazie a un accesso civico avviato lo scorso dicembre, costituiscono un primo passo per fare luce sulle condizioni – spesso opache – delle carceri italiane.
La situazione della sanità penitenziaria in Sardegna, secondo l’associazione, continua a destare forti preoccupazioni: «Nonostante più della metà delle aziende sanitarie locali abbia risposto a una richiesta formale di chiarimenti, la documentazione ricevuta è risultata in molti casi parziale e poco dettagliata». Un quadro frammentario, che rende difficile capire se le condizioni igienico-sanitarie all’interno degli istituti penitenziari rispettino davvero gli standard minimi. Secondo i dati del ministero della Giustizia riportati dalla associazione: nella Regione Sardegna (al 2024) il sovraffollamento è pari all’83%.
A Sassari, l’Assl 1 ha inviato solo una breve descrizione della struttura e del servizio sanitario, senza includere alcuna relazione sulle ispezioni effettuate. Anche se si parla di rispetto degli standard, mancano elementi concreti per confermarlo. Situazione simile a Oristano, dove l’Assl 5 ha fornito solo una relazione annuale del medico responsabile. Il documento evidenzia come principale problema la mancanza di personale medico, attualmente affrontata con l’assunzione di liberi professionisti, una soluzione tampone già vista in altri istituti italiani.
A Nuoro, l’Assl 3 ha inviato una relazione che descrive i servizi sanitari e include alcune informazioni utili, come l’analisi delle acque e i protocolli per prevenire suicidi. Tuttavia, anche qui manca qualsiasi indicazione sui sopralluoghi eseguiti, fondamentali per una verifica puntuale delle condizioni reali. Nella casa di reclusione di Arbus, sotto la competenza dell’Assl 6 - Medio Campidano, pur registrando il rispetto degli standard igienici, vengono segnalate importanti carenze nell’organizzazione e nelle attrezzature mediche, che compromettono il buon funzionamento del servizio. Il quadro si fa ancora più preoccupante considerando che non è arrivata alcuna risposta da parte dell’Assl 2 - Gallura, dell’Asl 4 - Ogliastra e dell’Assl 8 - Cagliari, lasciando una parte significativa del sistema penitenziario sardo completamente fuori dal monitoraggio.