Pranzi, regali e pernottamenti del presidente: Abbanoa finisce in Procura
Un membro del collegio sindacale invia una memoria a Tribunale e Corte dei conti. Il cda: «Tutto in regola»
Cagliari Clima tesissimo in Abbanoa e ennesimo invio di atti agli uffici giudiziari. Questa volta oggetto del confronto, che ha evidenti, anche se opportunamente velate motivazioni politiche, alcune spese che sono state disposte dagli uffici su impulso del presidente Giuseppe Sardu e che hanno riguardato spese complessive per 46mila e 261 euro, divise in “pernottamenti presidente” (2291), eventi relativi a incontri conviviali tenuti dal Cda con i dipendenti in occasione del Natale, (26631) e acquisto panettoni e malvasia per tutti i dipendenti per 17mila euro. Queste spese sono state citate dal componente del collegio sindacale Francesco Salaris (nella passata amministrazione presidente del collegio) nella seduta del 16 maggio, dove lo stesso Salaris ha parlato di eventi che costituiscono una «novità per la società, e personalmente non ravviso – è il senso del verbale della seduta – in relazione a dette spese la conformità ai principi e alle norme che regolano l’utilizzo dei fondi di una società in house», come è Abbanoa, pubblica, ma con caratteristiche particolari.
Salaris in quella seduta aveva cercato di convincere gli altri due componenti del collegio, il presidente Carlo Sedda e l’altra componente Teresa Gottardi, a inviare «tempestivamente», gli atti alla procura della Corte dei Conti, trovando però la netta opposizione sul punto. «Non c’è alcun dolo, questi fatti non configurano violazioni di legge o di statuto, sia per i regali di modesto valore, che per i rimborsi spese spettanti all’organo amministrativo» (Gottardi) L’ultimo riferimento è al presidente Sardu, che vive e risiede a Lucca, in Toscana e che pendola. Sedda invece precisa come non sia «compito del collegio» entrare nelle scelte dell’organo amministrativo, e ricorda come «Abbanoa è una società pubblica ma commerciale e come tale va gestita con criteri di economicità».
Sedda ricorda l’articolo 31 dello Statuto di Abbanoa che recita come «agli amministratori spetta il rimborso delle spese effettivamente sostenute in ragione del loro ufficio». Salaris, però, non è rimasto convinto della replica dei suoi colleghi e il 23 maggio, ha scritto alla Procura della Corte dei Conti e per conoscenza alla Procura della Repubblica, una segnalazione di 6 pagine e otto allegati nelle quali si segnalavano fatti definiti «rilevanti», le spese di cui sopra, citando a suo favore diverse sentenze della Corte dei Conti e della Cassazione. Il senso è che quelle spese per quegli eventi non dovessero essere fatte.
Ieri 27 giugno in serata è arrivata la replica del cda di Abbanoa. «Prima ancora di procedere, sulle spese ora contestate erano state eseguite preventivamente tutte le verifiche di legittimità. Abbanoa è una Società in house a totale capitale pubblico ma, essendo un’impresa commerciale, deve essere gestita con criteri di economicità tipici delle società per azioni. E come tale, gli amministratori devono compiere tutti gli atti che ritengono necessari e opportuni per raggiungere i risultati anche con il pieno coinvolgimento dei dipendenti nelle strategie aziendali e il miglioramento del rapporto con il personale che in Abbanoa scontava anni di forte conflittualità. Rivendichiamo con forza la scelta di aver voluto questi incontri con i dipendenti, peraltro inusualmente mai avvenuti in passato. Attendiamo serenamente le valutazioni che vorrà fare la Magistratura contabile».(gcen)