Sardegna meta del lusso, Federalberghi: «Dati buoni ma il balneare non basta»
Il presidente dell’associazione di categoria Paolo Manca commenta i dati del “Tourism and Incoming Watch”
Sassari Alla luce del nuovo rapporto “Tourism and Incoming Watch” presentato a Roma da Nexi e dall’Osservatorio Nazionale del Turismo, anche la Sardegna entra a pieno titolo tra i territori osservati speciali del turismo internazionale. Ma se i dati raccontano una Sardegna capace di attrarre flussi significativi, per gli operatori non tutto luccica. «Non c’è niente di nuovo sotto il sole» afferma Paolo Manca, presidente regionale di Federalberghi. «Parliamo di numeri importanti, ma la destagionalizzazione resta irrisolta. I dati mostrano che il turismo cresce, ma in modo ancora troppo concentrato. La nostra criticità principale è che il successo del balneare non è accompagnato da una strategia chiara su altri fronti». Secondo Manca, la fotografia emersa dal report è “veritiera”, ma riflette limiti che il sistema turistico sardo conosce da anni. Se da un lato è vero che i visitatori provenienti dalla penisola Araba si confermano alto-spendenti e anche mercati come Stati Uniti, Germania, Austria e Svizzera offrono grandi potenzialità, il nodo da sciogliere è sempre lo stesso: «Serve un cambio di paradigma. Non possiamo rimanere un prodotto di nicchia. Bisogna lavorare per rendere attrattiva l’isola anche fuori dalla stagione balneare», spiega Manca. Il tema della destagionalizzazione è centrale: «L’obiettivo minimo è costruire otto mesi di stagione. Ma per farlo dobbiamo mettere in campo una vera programmazione: strutture che aprono, ristorazione attive, fornitori di servizi operativi, e motivazioni di viaggio che vadano oltre il mare. Il turismo ambientale è la prima grande direttrice su cui investire».
Per il presidente di Federalberghi, è fondamentale che i visitatori non solo esplorino l’entroterra – come la Barbagia o l’Ogliastra – ma che vi soggiornino anche: «Oggi si va in escursione nell’interno dell’isola ma si torna a dormire in costa. È lì che si genera la ricchezza, dove si dorme. Dobbiamo fare in modo che si venga in Sardegna anche per dormire lontano dal mare, con un’offerta che sia credibile e strutturata». Senza un prodotto capace di rimanere competitivo tutto l’anno, sottolinea Manca, si rischia di restare bloccati su un solo tipo di cliente. «Dobbiamo creare motivazioni di viaggio differenziate per ogni segmento di pubblico, e di conseguenza investire su comunicazione e marketing». Eppure un punto a favore c’è: si inizia finalmente a parlare di numeri, di dati oggettivi e di turismo come scienza economica. «Ben venga che si ragioni in termini quantitativi, il turismo non è una scienza sociale, serve ragionare passo per passo per costruire una stagione lunga. Oggi la montagna, ad esempio, è vissuta per mille motivi diversi. Anche la nostra isola deve diventare un mosaico di esperienze e non solo una cartolina d’estate» conclude il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca. (francesco zizi)