Balneazione: le acque dell’isola al top della qualità
Oltre il 98% è classificato come eccellente. Nicoletta Ornano, Arpas: «Dato consolidato da anni»
Le recenti interdizioni temporanee in alcune spiagge dell’isola hanno generato un’attenzione particolare e, in alcuni casi, un allarme eccessivo. La realtà, però, pare ben più rassicurante: le acque di balneazione della Sardegna sono tra le migliori d’Italia. A ribadirlo è Nicoletta Ornano, direttrice generale dell’Arpas, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna. «Oltre il 98% delle nostre acque sono classificate come “eccellenti” – spiega Ornano –. È un dato consolidato da anni, confermato anche nel 2025. I casi di superamento dei limiti microbiologici sono rari, generalmente passeggeri e legati a condizioni climatiche o ambientali eccezionali».
Negli ultimi mesi, alcuni tratti di spiagge come il Poetto di Cagliari e della Marina di Sorso e, più di recente, un tratto a Siniscola, sono state temporaneamente interdette. Ma si è trattato di episodi circoscritti, affrontati con tempestività e trasparenza. «Il sistema funziona e interviene in tempi strettissimi – chiarisce Ornano – A Cagliari, ad esempio, abbiamo eseguito tre campionamenti in 48 ore, con risultati subito condivisi con i sindaci. Già la domenica i valori erano rientrati, ben al di sotto dei limiti. Il mare ha una naturale capacità depurativa: quando la causa è passeggera – come in assenza di vento, mare fermo, alte temperature e forte antropizzazione – la situazione torna alla normalità rapidamente».
Arpas, in base al programma 2025, effettua prelievi mensili o bimensili da aprile a settembre su 664 acque di balneazione, escluse solo le aree già interdette (porti, foci, zone industriali). I campioni, analizzati nei laboratori di Cagliari e Sassari, valutano la presenza di Escherichia coli e Enterococchi intestinali. I risultati sono consultabili pubblicamente sui portali del Ministero della Salute e della Regione. Se un superamento persiste oltre i primi controlli, scatta un’azione più mirata: «In questi casi è compito dei Comuni indagare sulle cause, spesso scarichi abusivi – aggiunge Ornano – Noi collaboriamo facendo campionamenti più ravvicinati per restringere l’area, ma l’obbligo di intervenire e bloccare eventuali fonti di contaminazione spetta all’amministrazione locale». Oltre al monitoraggio microbiologico, Arpas effettua anche controlli specifici su alghe potenzialmente tossiche come Ostreopsis ovata in zone del nord e sud Sardegna. E nel 2025 è in corso un’importante novità: il ripristino della flotta per le attività in mare.
«Abbiamo recuperato due imbarcazioni – una a Cagliari e una a Sassari – per tornare a eseguire campionamenti e attività dirette in mare con il nostro personale. Dopo anni, stiamo ricostituendo il servizio tecnico a mare, perché un’isola come la nostra non può farne a meno». Insomma, tuffarsi in Sardegna è un piacere sicuro e l’eccellenza è un risultato raggiunto grazie ad azioni comuni: «Dietro questi risultati c’è una grande sinergia – conclude Ornano – tra Comuni, Capitaneria di Porto, Regione e naturalmente ARPAS. Ma serve anche il contributo di chi il mare lo vive: niente scarichi da barche, niente rifiuti in spiaggia, e rispetto per un patrimonio naturale che va protetto ogni giorno». Infine, un messaggio ai bagnanti. Non è solo un invito a godersi il mare, ma un richiamo condiviso alla responsabilità: «Chi sceglie le spiagge della Sardegna gode di un ambiente marino eccellente, ma anche estremamente delicato – ricorda Ornano – Va rispettato in ogni modo con senso civico».