La Nuova Sardegna

Il personaggio

Sara Zoccheddu, la 26enne di Oristano premiata con la Mela d’Oro

di Francesco Zizi
Sara Zoccheddu, la 26enne di Oristano premiata con la Mela d’Oro

L’ingegnera e campionessa di atletica è stata accolta al Quirinale dal presidente della Repubblica Mattarella

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Sassari Un talento che nasce a Oristano nel 1999, si forma tra Torino, Milano e Zurigo, e oggi raccoglie un importante riconoscimento a livello nazionale. Sara Zoccheddu, classe 1999, è una giovane ingegnera informatica che sta lasciando un segno nel mondo accademico e scientifico, tanto da essere premiata con la prestigiosa Mela d’Oro della trentasettesima edizione del Premio Marisa Bellisario.

Un riconoscimento che ogni anno viene assegnato alle donne che si distinguono nelle professioni, nel management, nella scienza, nell’economia, nel sociale, nella cultura e nell’informazione, nello spettacolo e nello sport, sia a livello nazionale che internazionale. Zoccheddu ha ricevuto il premio nella categoria “Neolaureate in discipline STEM” (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), selezionata tra oltre quaranta atenei di tutta Italia da una commissione esaminatrice guidata da Gianni Letta, con il contributo dell’azienda Zucchetti, leader nel settore dello sviluppo software, hardware e servizi per aziende, banche e professionisti.

La cerimonia si è svolta il 27 giugno con due momenti indimenticabili: nel pomeriggio, le quindici donne premiate – tra cui anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, e l’attrice Claudia Gerini – sono state accolte al Quirinale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha stretto la mano a ciascuna premiata e ha rivolto loro un discorso emozionante sul valore delle donne nella società odierna. In serata, invece, la premiazione ufficiale con la Mela d’Oro, al Tempio di Venere nel Parco archeologico del Colosseo, che è andato in onda ieri sera su Rai 1. Il percorso accademico di Sara Zoccheddu parla chiaro: diploma al liceo scientifico Mariano IV di Oristano, laurea triennale in ingegneria informatica al Politecnico di Torino, poi la magistrale al Politecnico di Milano, durante la quale ha svolto un prestigioso internship al Cern di Ginevra.

«È stata un’esperienza professionale importantissima – racconta –. Al fine del riconoscimento poi è stato fondamentale, in quanto si tiene conto di tutta la carriera». Tornata a Milano, si è laureata con una tesi sulle reti neurali per la differenza causale, un progetto che utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare la relazioni tra variabili, cercando di stabilire nessi causali e non solo correlazioni, «un argomento che può trovare applicazione in tutti gli ambiti più importanti come la medicina» spiega Zoccheddu. Oggi, Sara vive a Zurigo, dove sta svolgendo un dottorato sull’intelligenza artificiale. È stata proprio la qualità della sua ricerca, unita a un curriculum eccellente, a farle ottenere la Mela d’Oro del Premio Marisa Bellisario.

Lo sport Sara Zoccheddu non è solo una brillante ingegnera informatica, è anche un’atleta di alto livello, abituata a dividere la sua vita tra laboratori, studio e allenamenti. «Ho sempre cercato di portare avanti ad alti livelli sia lo sport che lo studio – racconta –. Al liceo facevo agonisticamente sia karate che atletica. Ho deciso di continuare con l’atletica anche all’università, e oggi durante il mio dottorato a Zurigo, continuo ad allenarmi con una squadra del posto. In questo momento pratico salto triplo». Nono stante gli impegni internazionali e la complessità del suo percorso accademico, Sara non ha mai smesso di gareggiare. Cresciuta nell’Atletica Oristano sotto la guida di Stefano Mascia, oggi è tesserata con il CUS Cagliari. «A Zurigo invece mi alleno con Rita Schönenberger – racconta –, mentre quando capito a Torino c’è il tecnico Francesco Crabolu. Ma c’è da dire che in realtà si coordinano tutti e tre per seguirmi al meglio».

«È molto difficile coordinare tutto, ma sono stata abituata sin da piccola – aggiunge –. Mi porto dietro da sempre questa cosa: se faccio una cosa la devo fare bene», e i risultati, anche sportivi, parlano chiaro: quest’anno ha conquistato un bronzo agli assoluti indoor di Ancora, che l’hanno consacrata come la prima sarda ad andare oltre i 13 metri nel salto triplo. A giugno supera il record sardo realizzato da lei stessa qualche mese prima, sempre nel salto triplo, arrivando ai 13,24 metri. «Sono veramente felice, il premio Bellisario mi spinge, con determinazione, a spingermi ancora più in fondo, sia nello sport che nella ricerca».

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