Pesci palla, serra, barracuda e granchi blu: le specie aliene ridisegnano i fondali dell’isola
Snorkeling in Sardegna con effetto tropicale. E tra 20 anni lo scenario cambierà ancora
Fare snorkeling in Sardegna è come aprire un libro di biologia marina che cambia pagina dopo pagina. Vent’anni fa si nuotava tra saraghi, ricciole, dentici, sciarrani e donzelle; oggi a popolare i fondali ci sono anche pesci coniglio, donzelle pavonine, pesci palla argentati, barracuda, pesci serra e granchi blu. E fra vent’anni? Sarà un’altra storia ancora: quella di un Mediterraneo che assomiglia sempre più ai tropici, dove le specie aliene hanno preso casa stabilmente, ridisegnando il paesaggio subacqueo dell’isola. Le specie aliene sono quelle che nel Mediterraneo sono state introdotte dall’uomo direttamente o indirettamente. Per esempio, trasportando le larve nelle acque di sentina delle navi provenienti dall'Atlantico, oppure dopo l'apertura del canale di Suez, con il passaggio diretto dal Mar Rosso. Poi ci sono le specie presenti da sempre in alcune zone meridionali del Mediterraneo e che ora, con l'aumento delle temperature dell'acqua, si stanno diffondendo verso nord, e quindi verso la Sardegna. Infine, esistono specie aliene portate nel Mediterraneo per l'acquacoltura, che sono finite in mare e si sono riprodotte, come la vongola filippina e l’ostrica del Pacifico.
L'arrivo di specie aliene nelle acque dell'isola è un fenomeno iniziato oltre un secolo fa - spiega il professor Marco Casu, zoologo del dipartimento di Medicina Veterinaria dell'università di Sassari - e che continua ancora oggi. Per esempio, il granchio blu è arrivato all'inizio del Novecento dal Nord Atlantico, sotto forma di larve all'interno delle acque di zavorra delle navi. Per quasi un secolo è rimasto relegato all'Adriatico e alla Turchia, poi ultimamente, probabilmente in relazione anche all'aumento delle temperature, è approdato in Sardegna. Il granchio blu è una specie presente nella maggior parte delle acque lagunari dell'isola e si diffonde attraverso l’ambiente marino. Questo granchio è commestibile e le sue carni sono anche di pregio, ma essendo un killer, è estremamente adattabile ed- è molto aggressivo. Non solo provoca un danno economico alla pesca locale, ma è una minaccia per la biodiversità». Un'altra specie aliena, che ormai è largamente diffusa nel Mediterraneo, è il pesce palla argentato. È parente dei pesci palla, che già sono pesci molto velenosi, a causa della presenza della tetraodotossina, una sostanza mortale. Questa specie è arrivata nel Mediterraneo tramite il canale di Suez.
«Questo pesce provoca due problemi - afferma Marco Casu -, uno nei confronti dell’uomo che se non lo conosce, lo pesca e lo mangia e può restare avvelenato. Il secondo problema è che qualsiasi altra specie aliena che si insedi in un nuovo habitat crea squilibri, in questo caso anche perché il pesce palla è un forte predatore. Non tutte le specie aliene, però, fanno danno o si diffondono in maniera invasiva. Per esempio, un altro pesce entrato nel Mediterraneo tramite Suez e che si è quasi integrato con la biodiversità del Mediterraneo senza probabilmente creare squilibri il pesce flauto. Sicuramente l'arrivo di una specie aliena non è mai una cosa positiva, però può anche non creare problematiche insormontabili se non diventa invasiva». Un esempio di specie aliena invasiva è quello del pesce coniglio, così chiamato per i denti da brucatore. Anche lui ha raggiunto il Mediterraneo orientale attraverso il canale di Suez e in quelle zone ora sta sostituendo i saraghi, le orate e altri sparidi. «In Sardegna sono stati già avvistati esemplari di pesce coniglio - spiega lo zoologo -, non è ancora presente in maniera massiccia come il granchio blu, ma potremmo avere in futuro lo stesso tipo di problema, come successo per il granchio blu».