Gli operatori turistici: «Costretti ad abbassare il costo delle stanze per il caro trasporti»
Un gestore: «A Cala Gonone 200 euro, a Gallipoli 500». Federalberghi: «Aereo o nave mangiano metà del budget»
Sassari La Sardegna non è una regione (solo) per ricchi. Ecco. E a dirlo con forza sono i vertici del settore ricettivo ma pure i singoli proprietari di strutture che ospitano i turisti in questo periodo.
L’idea dell’isola proibitiva, a sentire Federalberghi, si porta dietro una falsa convinzione. Il vero tallone d’Achille delle vacanze sarde sono i trasporti. Non è cara la vita tra spiagge, cene fuori e aperitivi nei centri storici, o quantomeno non è più cara che in altre parti d’Italia. Diventa un salasso il pacchetto complessivo con le spese del viaggio. «Oggi i trasporti arrivano a incidere fino al 50 per cento sull’intera vacanza», afferma per esempio Paolo Manca, numero uno della categoria degli albergatori in Sardegna. E si aggiunge l’esperienza in prima persona di Giampietro C., un “host” – come vengono definiti sui portali online i gestori di strutture – che lamenta: «Rispetto ad altre destinazioni turistiche in regioni come Puglia o Liguria, le nostre case costano anche la metà. Non possiamo permetterci di alzare il prezzo perché i turisti quando arrivano hanno già affrontato la spesa cara per nave o aereo».
«Prezzi obbligati» La segnalazione di Giampietro, 54 anni, arriva da Dorgali e Cala Gonone, lì dove affitta due appartamenti: «Sono molto attento alle tendenze del mercato e faccio ricerche e confronti. Nella settimana di Ferragosto una casa a Cala Gonone può costare 200 euro a notte, in una località come Gallipoli si arriva a 500 euro», ma anche più. I clienti che soggiornano nelle sue strutture si lamentano del biglietto dell’aereo o del traghetto, spiega: «Una famiglia di quattro persone se viaggia in aereo tra andata e ritorno può spendere 800 euro, e va aggiunto il costo per un auto a noleggio perché in certe zone del treno non se ne parla. Non è difficile arrivare al migliaio di euro ancora prima di aver iniziato la vacanza». E se si alzassero i prezzi delle case? «Rimarrebbero vuote, facile». E racconta sconsolato scene viste: «Qualcuno che viene in nave, arriva con il carico di generi alimentari per risparmiare almeno su quello».
«Più qualità» Il presidente di Federalberghi Sardegna, Paolo Manca, fa un discorso ampio: «Chi viene in Sardegna è consapevole di spendere di più per il trasporto, e di contro anche quest'anno c'è una palese fetta di clientela che purtroppo non verrà proprio per questo ostacolo». Prova a vedere il risvolto positivo: «In qualche modo questo fattore qualifica la destinazione, perché i numeri in effetti sono positivi»: però è un turismo diverso. Per la fascia altospendente, inutile girarci attorno, il costo più o meno lievitato del trasporto poco conta. Ma per tutti gli altri, è un sacrificio.
«Detto questo, non accetto che si dica che la Sardegna è cara e più cara di altre regioni. Andatelo a dire in Alto Adige o in Costiera Amalfitana». Il vantaggio dell'isola, spiega, è proprio nella sua eterogeneità: ci sono le località di punta, ma appena poco fuori è possibile trovare prezzi tutto sommato bassi rispetto a quanto avviene in altre coste italiane. «Soprattutto va tenuto conto di un aspetto – ci tiene a puntualizzare Manca –. In Sardegna la media di hotel 4 o 5 stelle e di resort è più alta rispetto a quella nazionale. A parità di qualità, non siamo cari per nulla». Come a dire che un albergo con tre stelle e un villaggio modesto prenotato oltremare costa quanto nell'isola viene a costare un hotel con servizi top, spa, piscina o un resort sul mare. A parità di stelle, si parlerebbe di due spese diverse.