La Nuova Sardegna

Arcipelago Sardegna
Personaggi

Vita e opere di Paolo Pulina, omaggio corale al “faro della cultura nell’emigrazione”

di Luciano Piras

	Paolo Pulina nel suo studio di casa
Paolo Pulina nel suo studio di casa

Soter pubblica un libro a cura di Salvatore Tola a un anno dalla morte del responsabile della Comunicazione della Fasi

4 MINUTI DI LETTURA





Pavia «Impossibile dare qui conto delle opere delle quali Paolo Pulina, sempre pronto e generoso nei sui interventi, si è occupato come ideatore, curatore, suggeritore, editor». Una precisazione dovuta, vista la mole di libri e articoli usciti dalla penna dell’indimenticato “faro della cultura nel mondo dell’emigrazione”, protagonista ora di un agile volumetto curato da Salvatore Tola e appena uscito in edizione limitata (150 copie numerate a mano) per i tipi della Soter editrice di Villanova Monteleone, nella “Piccola collana di memorie”. Un generoso omaggio corale che porta le firme di amici, letterati, poeti, scrittori, giornalisti, professori che hanno avuto la fortuna di conoscere da vicino questo ambasciatore della Sardegna. “La giornata di Paolo”, il titolo. Sottotitolo: “Vita e opere di Paolo Pulina 1948-2024”. L’arco temporale della sua vita. Nato a Ploaghe nel 1948, diventato pavese senza mai staccare il cordone ombelicale che lo legava all’isola, morto il 27 luglio dell’anno scorso. 

«Il suo intento primario – così lo ricorda Tola – era stimolare la crescita culturale dei sardi emigrati, che per la grande maggioranza non avevano potuto seguire studi regolari». «Nel ritagliarsi l’originale ruolo che la sua stessa condizione di emigrato aveva messo sul suo cammino – aggiunge Tola poco più avanti –, assommava la spinta a spendersi, con spirito sia di maestro che di fratello, con quella a lavorare per gli obiettivi che le convinzioni di uomo convintamente democratico gli mettevano di fronte».

Giovanna Careddu, docente di Lettere, il compito di ricostruire le origini di Pulina. La famiglia,  «ultimogenito di due sorelle e un fratello», gli studi prima al Liceo “Azuni” di Sassari poi all’Università statale di Milano. È Sandro Ruju, studioso di Storia economica e sociale, a tratteggiare gli anni giovanili passati all’“Azuni”, quando Paolo Pulina è stato allievo di Manlio Brigaglia, con cui ha sempre mantenuto un legame tanto forte quanto intenso. Dopo la laurea nel capoluogo lombardo, il lavoro come funzionario dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Pavia. «1977: Paolo Pulina non avrebbe potuto fare il proprio ingresso negli uffici dell’Amministrazione provinciale di Pavia in un momento migliore: il clima umano e politico nel quale venne a trovarsi era positivo e fecondo» racconta Nuccio Lodato, già docente di Storia e critica del cinema nell’Università di Pavia. 

Il lavoro, dunque. Affiancato sempre da una poderosa e costante attività giornalistica. In prima fila nel Circolo degli emigrati “Logudoro” di Pavia. Poi l’impegno decennale, mantenuto fino alla morte, sul fronte della comunicazione della Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia. «La sua attività – scrive Bastianino Mossa, presidente della Fasi – è stata connotata dall’amore e dalla passione per la sua Sardegna». «Dedicava molto impegno e molte energie anche all’organizzazione dei singoli eventi, che si svolgevano poi nei punti diversi del territorio» ricorda Serafina Mascia, presidente onoraria della Fasi. «Senza di lui – gli riconosce Tonino Mulas, presidente emerito della Federazione dei circoli degli emigrati – la Fasi non avrebbe raggiunto i livelli odierni di comunicazione».

«Paolo è stato l’anima di un’intensa attività culturale – sottolinea Aldo Accardo, già ordinario di Storia contemporanea dell’Università di Cagliari –, di un continuo organizzare incontri, seminari, convegni che avevano tutti al centro la Sardegna e che trovavano ascolto e partecipazione, con orgoglio e nostalgia, in quelle generazioni di sardi che negli anni Cinquanta e Sessanta aveva lasciato l’isola per cercare nel “continente” quel lavoro che l’isola non era in grado di offrire».

Anche Paola Pisano, attuale presidente del Circolo “Logudoro” di Pavia, dedica bellissime parole alla memoria di Paolo Pulina: «Il circolo gli deve molto e, per ricordarlo e onorarlo sempre, ha voluto dedicargli la sala della biblioteca». Studioso e profondo conoscitore della storia e della cultura sarda, Pulina è stato anche uno strenuo paladino della limba. «La poesia è tra i tanti doni di scrittura che il compianto Paolo Pulina ha prodotto ed elargito con generosità, riscuotendo sempre crediti di grande considerazione» scrive il poeta e scrittore bilingue Cristoforo Puddu. «Paolo – aggiunge – concepiva l’espressione poetica come bene collettivo da cui attingere insegnamenti». «Paolo aveva la cultura sarda nell’anima e aveva questo forte desiderio di parlarne per trasmetterla e farla conoscere a tutti» sono le pennellate di Antonello Argiolas, già coordinatore della Circoscrizione Centro Nord della Fasi. Toccanti le parole che usa Carlo Di Alesio, già docente di Lettere italiane e latine, per ricordare l’amico e il maestro, «senza esagerazione». «Paolo Pulina rimase sempre fedele alla sua sardità, alle tradizioni del suo paese con i suoi codici comunitari» evidenzia con orgoglio Francesco Baule, già sindaco di Ploaghe nonché amministratore provinciale di Sassari. «Sardo di Pavia e pavese di Sardegna» sintetizza con particolare efficacia il giornalista Gaetano Rizzuto, già direttore di diverse testate tra i quali “Il Secolo XIX” di Genova. «Paolo non perdeva occasione per sottolineare i legami tra la sua e la nostra terra» conferma Vittorio Pasotti, laurea in Fisica, già dirigente di una multinazionale del settore informatica.

Primo piano
Choc a Oliena

Accoltellato alla fine della festa, 29enne vivo per miracolo – che cosa sappiamo

di Simonetta Selloni
Le nostre iniziative