Caso Manuela Murgia, la famiglia pubblica le foto choc del cadavere
La giovane era stata trovata morta il 5 febbraio 1995 a Tuvixeddu a Cagliari: «Non abbiamo mai creduto all’ipotesi del suicidio»
Cagliari In un gesto di denuncia forte e doloroso, la famiglia di Manuela Murgia ha deciso di rendere pubbliche alcune immagini scioccanti del corpo della giovane vittima trovata morta il 5 febbraio 1995 nella gola del canyon di Tuvixeddu a Cagliari. Nonostante la Procura abbia archiviato il caso come suicidio, la famiglia della ragazza ha sempre sostenuto l'ipotesi di omicidio con violenza sessuale.
«Quando la vittima non può più parlare, è il suo corpo a raccontare la verità», si legge nel post diffuso nella pagina Facebook “Giustizia per Manuela Murgia”, accompagnato da una spiegazione dettagliata dei segni fisici che indicano chiaramente, secondo loro, una violenza brutale. L’obiettivo di questa scelta estrema, spiegano, è rompere il silenzio, contrastare la cattiva informazione e restituire voce a chi non può più difendersi. I familiari, sostenuti anche da esperti forensi, richiamano l’attenzione sull’importanza delle prove scientifiche: lesioni, tracce biologiche, segni di difesa che raccontano una dinamica precisa, al di là delle interpretazioni o delle omissioni. «La verità non ha paura di emergere», scrivono, chiedendo giustizia per Manuela e sottolineando che anche a distanza di tempo, ogni traccia resta un tassello fondamentale per ricostruire ciò che è davvero accaduto.
All’inizio di quest’anno viene annunciata la riapertura, per la terza volta, delle indagini e il 30 maggio 2025 Enrico Astero, ex fidanzato di Manuela, ha ricevuto un avviso di garanzia ed è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario.
Qualche giorno fa la notizia che il Dna di Astero sarà comparato con quello rinvenuto negli indumenti della giovane.