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Speciale Forum Coldiretti

Il cibo cuore del mondo: quarto appuntamento centrato sui conflitti internazionali

Il cibo cuore del mondo: quarto appuntamento centrato sui conflitti internazionali

A Villasimius due giornate di confronto tra politici, esperti e dirigenti

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Cosa sta accadendo al mondo? Siamo di fronte a uno dei tanti sommovimenti che da sempre segnano i crinali della storia? Guerre, carestie, epidemie globali, cambiamenti climatici non sono una peculiarità di questo secolo, semmai una costante nel corso dei tre millenni rispetto ai quali possiamo, in qualche modo parlare di “storia”. Ci sono però differenze, rispetto alle tante crisi del passato, che si possono declinare con alcune peculiarità del nostro presente: questa crisi globale è la prima che avviene all’interno dell’era nucleare; non è più circoscritta a una singola e determinata area di crisi, ma investe in pratica tutto il mondo, con plurimi protagonisti e antagonisti, che non necessariamente rivestono il ruolo di “sconfitti”, qualunque significato si possa dare a questo termine; il conflitto non avviene soltanto attraverso le armi e riguarda non milioni di persone ma centinaia di milioni. La rottura dell’equilibrio, pur precario, dagli anni Novanta sta ancora dispiegando i suoi effetti. E lo farà, vista la debolezza degli organismi sovranazionali, per molto tempo. Uno dei cardini che reggono le relazioni tra i popoli, in positivo o in negativo, è il cibo. Le guerre si sono sempre fatte per avere risorse non disponibili, siano esse cibo o materie prime. Gli effetti delle guerre peraltro sono direttamente legati al cibo, dalla fame alla denutrizione. E come vediamo tutti i giorni, il cibo, o meglio la sua privazione, forzata o casuale, sono una ulteriore arma. Tra geopolitica, cultura, tradizioni e poteri, il cibo occupa un posto centrale nelle dinamiche economiche, sociali e purtroppo anche belliche.

Coldiretti propone nel suo IV forum sull’Agricoltura, a Villasimius il 6 e il 7 ottobre, un affresco a tinte forti ma distinte su tutti gli aspetti legati al cibo: dalle nuove scoperte biotecnologiche alle implicazioni etiche sulle proteine alternative, dalla carne coltivata alle patologie animali, dal ruolo degli enti internazionali che incidono direttamente sulle nostre scelte a tavola, alle strategie commerciali che regolano i mercati agricoli. In queste pagine raccontiamo come si è sviluppata la prima giornata e presentiamo la seconda, delineando gli scenari oggetto dell’analisi di Coldiretti e le proposte, per la Sardegna, il nostro paese e l’Europa che la più grande e diffusa organizzazione nazionale ed europea.

Pochi numeri a riguardo: 20 federazioni regionali, 95 federazioni interprovinciali e provinciali, 869 Uffici di Zona e 3.576 sezioni comunali. Coldiretti da sempre parla all’intero paese e lo rappresenta a Roma e a Bruxelles. Allo stesso modo, con analoga passione e competenza lo fa a Cagliari, cercando di proporre un governo del territorio e del sistema agricolo moderno e coerente. «In questi quattro anni i forum Coldiretti non sono stati momenti autocelebrativi ma si sono aperti alla società, hanno coinvolto esperti e protagonisti del mondo culturale, politico ed economico dell’isola, offrendo chiavi di lettura originali per un mondo che cambia a velocità inimmaginabile sino a pochi decenni fa». ha ricordato in apertura il presidente regionale di Coldiretti Battista Cualbu. Questa due giorni vuole anche essere, però, un momento di riflessione sul doppio ruolo della stessa Coldiretti: sindacato agricolo da un lato ma organizzazione che offre servizi, strumenti e soprattutto soluzioni per le imprese. (gcen)

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