La Nuova Sardegna

L’intervista

Strade, l’assessore Piu: «La distribuzione a pioggia delle risorse non serve, abbiamo bisogno di 180 milioni»

di Luigi Soriga
Strade, l’assessore Piu: «La distribuzione a pioggia delle risorse non serve, abbiamo bisogno di 180 milioni»

L’esponente della giunta Todde indica il dato: «Abbiamo più di 6mila chilometri da mettere in sicurezza»

4 MINUTI DI LETTURA





Sassari L’annuncio è altisonante: Salvini stanzia un miliardo per le strade provinciali. E condisce tutto con parole come cifra record, cospicua, oculata. Ma l’assessore regionale ai Lavori pubblici Antonio Piu guarda la cartina, più che i comunicati.

«Se arrivassero 180 milioni, potremmo davvero cambiare qualcosa». È una frase in particolare che Piu ha sottolineato tre volte: «Distribuzione delle risorse con una grande attenzione alle esigenze dei territori». Perché la Sardegna non è esattamente uguale alle altre regioni: «Intanto bisogna chiarire che un miliardo diviso per 20 regioni significa circa 50 milioni di euro a testa. Ecco, noi in Sardegna, solo nell’ultimo anno, sulle strade provinciali abbiamo già investito 120 milioni di euro. Lo scorso settembre, durante una seduta con la commissione parlamentare, ho chiesto che alla Sardegna vengano assegnati 180 milioni di euro, perché abbiamo quasi 6.000 chilometri di strade provinciali e numerose criticità. La più grave è quella della Barbagia di Seulo, dove la viabilità è in condizioni molto precarie. Anche con i fondi già stanziati non riusciremo a sistemare tutta la rete, quindi servono risorse ulteriori».

Quindi si aspetta che al momento della ripartizione il Ministero tenga conto delle peculiarità della Sardegna?

«Esattamente. Io mi auguro che il ministro Salvini non applichi un criterio puramente proporzionale, ma che valuti la reale situazione delle regioni. Sardegna e Sicilia sono le due che soffrono di più, perché hanno una percentuale molto più bassa di strade statali: questo incide pesantemente sui bilanci regionali, costretti a coprire spese di manutenzione molto alte».

Quali sono le iniziative già avviate dalla Regione per migliorare la manutenzione delle strade?

«Abbiamo fatto un passo importante: per la prima volta abbiamo istituito un capitolo di bilancio per le manutenzioni ordinarie, che prima non esisteva. Quest’anno abbiamo destinato 12 milioni di euro alle province per interventi di messa in sicurezza, sistemazione delle buche, cartellonistica, segnaletica luminosa e tutto ciò che contribuisce a rendere le nostre strade più sicure».

Ci sono altri numeri che descrivono la situazione della rete viaria sarda?

«Sì. La Sardegna ha un dato molto significativo: solo il 24% delle strade collega i piccoli paesi ai centri urbani, mentre la media nazionale è del 47%. Una differenza enorme, che riflette la nostra struttura territoriale e l’isolamento di molte aree interne. Proprio per questo motivo, ripeto, la ripartizione del miliardo non può essere fatta “a pioggia”: bisogna tener conto di questi macro dati, che ho inserito in un documento consegnato alla commissione parlamentare, elaborato insieme alla Banca d’Italia e al mio assessorato».

Oltre alla Barbagia di Seulo, quali sono le zone più critiche?

«Le emergenze sono nel Sulcis, in Ogliastra e nel nord Sardegna, in particolare sulla Sassari–Santa Teresa, che è in condizioni davvero difficili. Per quest’ultima, oltre ai 120 milioni già stanziati, porterò presto in Giunta un’ulteriore delibera da 4,5 milioni di euro. Nel Sulcis e in Ogliastra, invece, i lavori sono già in corso con le risorse che abbiamo trasferito. Devo dire che le province, sia con i commissari di prima sia con gli attuali presidenti, hanno lavorato bene: c’è stata una programmazione seria e mirata, che ha consentito di intervenire su un chilometraggio importante dopo anni di blocco».

Le manutenzioni ordinarie, però, sembrano richiedere più risorse.

«Esatto. Abbiamo utilizzato la stessa tabella che Anas impiega per calcolare il chilometraggio delle strade provinciali, e da lì emerge che i 12 milioni stanziati quest’anno sono sufficienti ma non ottimali: per garantire una manutenzione adeguata servirebbero 36 milioni all’anno. Il mio obiettivo è inserire queste risorse in modo strutturale nella prossima legge finanziaria, così da dare respiro alle province e assicurare una maggiore continuità nella sicurezza stradale».

Ci sono novità anche sul fronte della sicurezza e del monitoraggio?

«Sì, stiamo finalmente attuando la legge sull’Osservatorio per la sicurezza stradale, ferma da dieci anni. A fine mese firmeremo un accordo anche con l’Università di Sassari, oltre a quello già in essere con Cagliari. L’obiettivo è coinvolgere studenti e ricercatori, attraverso borse di studio, per mettere insieme i dati di questure, polizie locali e Areus (quindi ospedali), così da avere un quadro completo dei sinistri stradali in Sardegna. Questo ci permetterà di capire dove avvengono più incidenti e indirizzare le risorse in modo mirato sulle aree a maggior rischio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Cronaca

Sassari, rissa tra bande con coltelli: emergono nuovi dettagli – LA RICOSTRUZIONE

di Luca Fiori
Le nostre iniziative