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No alla decadenza di Alessandra Todde: cosa dicono le sentenze della Consulta

No alla decadenza di Alessandra Todde: cosa dicono le sentenze della Consulta

La presidente pentastellata resta alla guida della Regione Sardegna

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Cagliari Con due distinte decisioni, le sentenze n. 148 e 149 depositate oggi, 15 ottobre, la Corte costituzionale ha messo fine alla vicenda giudiziaria che aveva messo in discussione la permanenza di Alessandra Todde alla guida della Regione Sardegna.

Cosa dice il primo pronunciamento (sentenza n. 148)

La Consulta ha accolto in parte il ricorso della Regione contro lo Stato, dichiarando che non spettava al Collegio regionale di garanzia elettorale – organo statale istituito presso la Corte d’appello di Cagliari – imporre la decadenza della presidente. Il Collegio, infatti, nel dicembre 2024 aveva rilevato presunte irregolarità nella gestione della campagna elettorale di Todde – tra cui la mancata nomina del mandatario elettorale e un rendiconto delle spese non conforme alla legge – e aveva ordinato al Consiglio regionale di deliberare la decadenza della presidente. La Corte costituzionale ha stabilito che il Collegio ha ecceduto i propri poteri, interferendo con le competenze del Consiglio regionale e violando l’autonomia della Regione Sardegna. In base alla legge, ha spiegato la Consulta, le irregolarità contestate non rientrano tra le cause di ineleggibilità o di decadenza previste dalla normativa (legge 515 del 1993). Per questo, la parte dell’ordinanza che imponeva la decadenza deve considerarsi priva di effetto. Resta però valida la sanzione pecuniaria inflitta a Todde, confermata dal Tribunale civile di Cagliari il 28 maggio 2025 (sentenza n. 848). La Corte ha chiarito che eventuali valutazioni diverse sui fatti potranno essere fatte solo in sede civile, dove il giudizio è ancora di competenza ordinaria.

Cosa dice la seconda decisione (sentenza n. 149)

Riguarda invece un altro ricorso della Regione Sardegna, presentato contro lo Stato e il Tribunale di Cagliari, sempre in relazione alla vicenda. In questo caso, la Consulta ha dichiarato il ricorso inammissibile, spiegando che la Regione non era parte del processo civile in cui era stata confermata la multa alla presidente. Le considerazioni del Tribunale – secondo cui il Consiglio regionale non potrebbe mettere in discussione l’accertamento del Collegio di garanzia – non hanno dunque valore vincolante per la Regione, trattandosi di semplici osservazioni “di contorno” (obiter dictum), senza effetti diretti sulle sue attribuzioni.

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