La storia del pastore Giuseppe Ignazio Loi: «A 84 anni mollo tutto e faccio l'attore»
L'allevatore di Terralba, protagonista del film “La vita va così”, catapultato sul red carpet insieme con i grandi del cinema
C’è qualcosa di profondamente romantico nel destino di Giuseppe Ignazio Loi. Ottantaquattro anni, pastore di Terralba, una vita trascorsa tra le sue pecore e la campagna, circondato da silenzi e solitudine, si ritrova catapultato da un giorno all’altro nel mondo scintillante del cinema italiano. Loi è la copia perfetta di Ovidio Marras, il celebre pastore contadino che per anni si oppose alla potente cordata di imprenditori decisa a costruire un gigantesco villaggio turistico sulla sua terra, a pochi passi dalla splendida spiaggia di Tuerredda, lungo la costa di Teulada. È proprio la vicenda e la vita di Ovidio Marras, scomparso lo scorso anno a 93 anni, che Riccardo Milani ha scelto di raccontare nel suo nuovo film, “La vita va così”.
Nella pellicola del regista romano, in uscita nelle sale il 23 ottobre, Ignazio Loi presta il volto a Efisio Mulas, personaggio liberamente ispirato a Marras, ed è affiancato da Diego Abatantuono,Virginia Raffaele, Aldo Baglio e Geppi Cucciari. Con loro, appena due giorni fa, ha calcato il Red carpet della 20esima Festa del Cinema di Roma e, poco prima, la passerella della Milano Fashion Week, sfilando per lo stilista Antonio Marras. Quando Loi parla, emerge quell’ironia sottile e pungente tipica dei sardi, ma anche l’animo curioso e leggero di un bambino, incorniciato dalla consapevolezza di chi sa di non avere più nulla da dimostrare alla vita.
Ignazio, Diego Abatantuono l’ha definita un “Robert De Niro” in miniatura, ci si rivede?
«Diciamo che mi ha fatto tanto piacere quello che ha detto. Abatantuono era contentissimo della mia interpretazione e di come ho lavorato. All’inizio neanche ci credevo l’avesse detto».
A 84 anni era la prima volta che recitava?
«Sì, assolutamente la prima volta. Mi hanno aiutato molto, ho letto la sceneggiatura e mi sono dato una mano leggendo i copioni. Non sono abituato a questo mondo, ho fatto una vita casa -lavoro, anzi: campagna, campagna, campagna».
Prima del film conosceva la storia di Ovidio Marras?
«Sinceramente non ne ero a conoscenza. L’ho conosciuta quando sono stato contattato per il film».
E come ha ricevuto la proposta?
«Parte tutto dalla conoscenza di un mio cugino di Terralba. Lui ha un amico a Cagliari, che ha conosce il regista Riccardo Milani. L’ha incontrato proprio in un momento dove stava scrivendo il film e cercava una persona che avesse dimestichezza con le pecore e di un’età compresa tra i 70 e i 90 anni. Io ero perfetto per la parte. Poi chiaramente sono stato contattato per fare tutti i provini del caso che sono andati benissimo. Da lì è incominciata questa bellissima storia».
C’è un momento delle riprese che ricorda con maggior emozione?
«Tutti i momenti sono stati belli e mi sono divertito tantissimo, non lo dico così per dire. Sicuramente una scena che mi è piaciuta particolarmente è quando vengono in gruppo per chiedermi di vendere la terra e io li respingo».
Come è stato lavorare con le grandi star del cinema italiano?
«È stato come stare in famiglia. Con gli altri attori e con tutte le persone che lavoravano nel set si è creato un vero rapporto di fratellanza: tutti gentili, uno più buono dell’altro. Mi hanno fatto sentire a mio agio, nonostante per me, a più di ottant’anni, fosse tutto nuovo».
E poi ha sfilato sul red carpet insieme a loro, un’esperienza che non possono vantare tutti...
«È stato stranissimo, stare in mezzo a persone famosissime con tutti i fotografi, ma anche lì ho cercato di divertirmi. Nonostante non abbia una grande parlantina».
Le sono arrivate altre proposte per lavorare nel cinema? O pensa di fermarsi qui?
«Diciamo che qualche proposta è già arrivata. Questa esperienza è stata talmente bella che ci sto seriamente pensando».
Non mi dica che vuole abbandonare il suo gregge...
«Partiamo da questa cosa: io a 84 anni non mi sarei mai aspettato di recitare in un film, è stato uno stravolgimento totale, anche se bellissimo. Dopo aver recitato nel film di Milani ho detto basta lavorare e ho preso la decisione di vendere tutto il gregge di pecore. Alla mia età ho già dato».
Parenti e amici che le hanno detto di questa sua nuova carriera da attore?
«Io vivo da solo nella mia campagna. Ho una sorella di 88 anni che è vedova e una nipote che vive a Cesenatico. Sono rimasti tutti a bocca aperta quando gli ho detto che sarei stato il protagonista del film, non ci credevano».
Che effetto le ha fatto rivedersi sul grande schermo?
«La prima volta mi sono emozionato tre o quattro volte. E poi anche quando sono arrivati gli applausi all’anteprima, è stato incredibile. Penso che il film lo riguarderò tutti i giorni (ride, ndr). Anche se ormai ce l’ho registrato nella mente, e senza esagerare non passa un’ora senza che ci pensi. Ogni volta mi sembra di essere ancora lì, con loro, in quella storia che a 84 anni mi ha cambiato la vita».