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Istruzione

Autonomie scolastiche, il caso della preside di Tempio: «Più di 1.200 alunni in tre plessi, passo troppo tempo in auto»

di Paolo Ardovino
Autonomie scolastiche, il caso della preside di Tempio: «Più di 1.200 alunni in tre plessi, passo troppo tempo in auto»

La storia di Maria Ivana Franca, dirigente del liceo Dettori e del liceo De André che ha anche una sede a Olbia

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Sassari Sembra un tavolo di trattativa, dove il Governo punta a tagliare le autonomie scolastiche. Nell’isola si è passati da 270 a 232 ma l’asticella per il 2026-2027 dovrà abbassarsi di almeno altri nove istituti, che perderanno il proprio dirigente e si accorperanno ad altre scuole. Occorre dare una risposta al Ministero entro venerdì 31 ottobre.

È il tanto temuto dimensionamento. Per l’anno in corso, il 2025-2026, la Regione era riuscita ad arginare i danni. La richiesta dal Ministero dell’Istruzione era di accorpare nove autonomie. Ne sono state tagliate solo due.

Tagli e richieste

Governo e Regione, si diceva, si ritrovano qui, al tavolo delle trattative. Il primo spinge per far rientrare sempre più scuole negli accorpamenti, la seconda prova a strappare uno sconto. L’anno scorso, in virtù di una deroga dalle linee guida nazionali, in Sardegna sette autonomie sono rimaste intatte, mentre se ne sono perse due: a Cagliari con l’accorpamento dell’istituto Foscolo con l’istituto comprensivo di via Stoccolma, in Gallura l’accorpamento dell’istituto comprensivo di Aggius a quello di Tempio, ovvero le due sole proposte provenienti dalle conferenze provinciali.

Conferenze che si sono riunite e stanno valutando cosa tenere e cosa lasciare nell’ottica della riorganizzazione per il 2027. Dirigenti, amministratori, politici locali e regionali continuano a ribadire l’impraticabilità di adottare i criteri nazionali anche nell’isola senza tenere conto delle peculiarità dei territori. Costringere un dirigente scolastico a farsi carico non più solo di una scuola ma anche di un’altra o altre due può diventare una sfida impossibile nel Nuorese e nell’Oristanese, dove finora le conferenze provinciali hanno tuonato con forza che non intendono mollare le attuali autonomie. Le distanze tra piccoli centri e le caratteristiche morfologiche del territorio reale vanno contro il piano pensato nero su bianco.

Il caso-esempio

Ma anche solo in Gallura c’è una dirigente che da oltre un anno sa «quando entro a scuola la mattina» ma non sa «quando ne uscirò a fine giornata». È Maria Ivana Franca. Prima era la preside del solo liceo classico Dettori di Tempio. Adesso anche del liceo artistico e musicale De André. Quest’ultimo è suddiviso tra la sede di Tempio e quella di Olbia. E quella di Olbia, visti gli spazi ridotti, negli ultimi anni ha iniziato a contare anche una sede distaccata. Sembrano le scatole cinesi.

Non a caso nel 2024 gli studenti protestarono in maniera accesa contro un accorpamento che però è avvenuto: «Pro e contro? I contro sono tanti – spiega la sua esperienza la dirigente Franca –. Ora in totale abbiamo 1.250 studenti più circa 250 tra professori e personale Ata. Ma la complessità, enorme, è data soprattutto dalle distanze. La sede di Olbia non è dietro l'angolo, sono comunque 40 chilometri». Se guarda l’agenda sulla scrivania, la preside desidererebbe «il dono dell'ubiquità o un clone in 3D», scherza. Ci sono tante criticità a cui trovare soluzioni ogni giorno, «per esempio abbiamo oltre 100 alunni con disabilità, che vanno gestiti» e spesso valutando caso per caso. I referenti di plesso danno una grande mano, ma ci sono urgenze che richiedono la presenza in loco: «Per esempio gli incontri con le famiglie», e si sa, non c'è niente di più urgente di un genitore allarmato per la carriera scolastica del figlio.

Da preside dietro la scrivania diventa preside al volante: «Avere istituti grandi tutti nell’hinterland non sarebbe un problema. Ma qui il tempo perso in viaggio, dove non posso nemmeno essere operativa, è molto». 

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