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Genitori separati o divorziati, in arrivo il bonus per l’affitto: ecco come funziona e come richiederlo

Genitori separati o divorziati, in arrivo il bonus per l’affitto: ecco come funziona e come richiederlo

Per l’aiuto il governo ha previsto un fondo permanente di 20 milioni di euro all’anno

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Con la Legge di Bilancio 2026 arriva una novità destinata ad alleggerire una delle conseguenze più complesse legate alla fine di un matrimonio o di un’unione civile: la necessità, da parte del genitore non assegnatario della casa familiare, di trovare rapidamente un nuovo alloggio continuando al contempo a garantire il mantenimento dei figli. Dal 1° gennaio 2026 sarà infatti operativo un contributo ad hoc, finalizzato proprio ad aiutare questi nuclei. Il Governo ha previsto un fondo permanente di 20 milioni di euro all’anno.

Chi potrà richiederlo

La platea dei potenziali beneficiari è piuttosto circoscritta: potranno presentare domanda soltanto i genitori separati o divorziati che non hanno ottenuto l’assegnazione della casa familiare e che hanno figli fiscalmente a carico fino ai 21 anni. La norma punta quindi a sostenere chi, pur non vivendo più nell’abitazione in cui crescono i figli, continua a farsene carico economicamente. Dopo una separazione, infatti, il genitore che lascia l’immobile si trova a sostenere un doppio onere: reperire una nuova sistemazione e contribuire alle spese per i figli. 

Come verrà erogato il contributo

Per quanto la misura sia già formalmente in vigore con l’approvazione della Manovra, le modalità pratiche saranno stabilite attraverso un decreto attuativo emanato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti insieme al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sarà questo provvedimento a definire:

- requisiti economici dettagliati,

- istruzioni operative per l’invio della domanda,

- i parametri per determinare l’importo spettante,

- le verifiche da effettuare.

Al momento, non è ancora chiaro se l’aiuto assumerà la forma di un contributo economico diretto — erogato con periodicità o una tantum — oppure se verrà previsto un meccanismo di detrazione o riduzione fiscale. In ogni caso, tutto dovrà rientrare nel limite annuale dei 20 milioni stanziati.

Una misura “a domanda”

È prevedibile che il beneficio funzioni tramite richiesta individuale da parte dei genitori interessati, accompagnata da una serie di documenti che attestino la propria situazione. Questo significa che non sarà riconosciuto automaticamente, ma previa istruttoria e verifica dei requisiti, presumibilmente anche reddituali tramite indicatori come l’Isee.

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