La Nuova Sardegna

Turismo

Baunei, un milione di sbarchi in paradiso ma spiagge sostenibili col Qrcode

di Luigi Soriga
Baunei, un milione di sbarchi in paradiso ma spiagge sostenibili col Qrcode

Il sindaco Stefano Monni: «L’algoritmo ha regolato gli accessi, faremo scuola in Italia»

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Sassari Si dice che il mare non si comandi. A Baunei ci hanno provato lo stesso, mettendo un algoritmo a fare da guardiano alle cale più fragili del Mediterraneo. Cinque spiagge, cinque approdi, centinaia di barche, migliaia di persone che si muovono come biglie impazzite. Il Comune ha mostrato i numeri di questa rivoluzione silenziosa: un’app che non esiste altrove in Italia e che ha messo ordine dove prima c’era solo folla e il caos. Un laboratorio di controllo e convivenza nel cuore del Golfo di Orosei: Cala Mariolu, Cala Biriala, Cala Sisine, Cala dei Gabbiani, Cala Luna. La costa più fotografata e più fragile d’Italia. Il Comune ha tracciato il bilancio dell’estate e ha finalmente mostrato le carte: 1.052.500 sbarchi, 362.000 visitatori, migliaia di combinazioni incrociate ogni giorno da un algoritmo che non dorme, mentre le barche entrano ed escono come in una coreografia che solo il digitale poteva domare: 108 operatori marittimi, con una flotta complessiva di 28 Motonavi, 158 Gommoni con conducente, 363 Gommoni in locazione e 10 imbarcazioni che hanno praticato il noleggio occasionale.

Il sindaco Stefano Monni traduce la complessità informatica apparecchiandola sulla terraferma: «Tutti volevano arrivare a Cala Mariolu alle dieci. Tutti – spiega – Se avessi detto sì a ogni operatore, avremmo avuto 2.500 persone contemporaneamente sulla spiaggia. Era impossibile da gestire. Pericoloso». È da quel punto che nasce l’idea del sistema: un algoritmo che taglia, sposta, redistribuisce, anticipa gli sbarchi alle 8,30, li trascina fino alle 16,30, decide chi entra e quando entra. Un vigile silenzioso che lavora nel retrobottega dell’estate. Ma estremamente zelante e preciso. Così in un Paese che fatica a gestirne una, Baunei coordina cinque arenili in contemporanea. Non è un dettaglio tecnico, è una rivoluzione: le barche non fanno una tappa, ne fanno tre, quattro, un rosario di approdi da rispettare uno dopo l’altro.

«La difficoltà non era governare una sola spiaggia — dice Monni — ma un percorso intero. Una barca arriva alle 9 a Mariolu, poi alle 10,30 deve uscire, alle 11,15 è a Biriala, all’una può essere a Cala Luna. Il sistema doveva controllare i limiti in ogni cala, per tutta la giornata». E lo ha fatto con Starlink piantati in ogni approdo, QR code in mano agli operatori, un motore matematico che sforna 15.000 combinazioni al giorno come un formicaio instancabile.

La prima reazione del mondo marittimo è stata paura, diffidenza, l’istinto di chi si vede cambiare le regole del gioco in piena stagione. «All’inizio erano preoccupati, e lo ero anch’io», ammette il sindaco. «Gli ho detto: se avete un’alternativa che garantisca sicurezza e limiti, portatemela. Non ce n’era. Alla fine non ho trovato una sola persona che ci abbia perso rispetto al 2024». Una frase che pesa, perché qui il turismo è ricchezza ma anche trappola: più persone arrivano, più la costa si consuma. E invece, per una volta, togliere qualcosa ha fatto guadagnare a tutti. «Meno affollamento significa migliore qualità del servizio», spiega Monni. «E se un operatore decide di farsi pagare un po’ di più perché offre più tranquillità, va bene così: è una tutela per lui e per il futuro del suo lavoro». Certo, non è andato tutto liscio. Una barca che si rompe all’ultimo minuto, cinquanta posti che saltano e devono essere rimessi in pista. L’operatore che arriva con quaranta persone invece delle cinquanta assegnate. Le locazioni pure, i privati con un natante che vogliono il loro posto al sole almeno una volta nella vita. Monni lo riconosce: «In alcuni momenti qualche spiaggia è rimasta più vuota del previsto. Non è necessariamente un male, ma nel 2026 vogliamo migliorare. Il sistema è dinamico: funziona se tutti collaborano».

Lontani i giorni in cui Mariolu esplodeva fino a 1.500 persone in contemporanea. Un ricordo ancora caldo. «Non era più sostenibile», dice il sindaco. «Era pericoloso». E così Baunei si è costruita un suo modo di stare al mondo: meno gente, più qualità, più respiro per un paradiso che non può essere lasciato a se stesso. «È un progetto epocale, che farà scuola», conclude Monni. «Non c’è un’altra app in Italia che gestisca più spiagge contemporaneamente. I tecnici del Comune sono al lavoro per potenziare ulteriormente la piattaforma, limare le criticità e stabilizzare un modello che potrebbe diventare riferimento per altre coste italiane. Per Baunei era l’unico modo per tutelare davvero le persone e l’ambiente. E per la prima volta, dopo anni, abbiamo visto Mariolu e le altre cale in condizioni di sicurezza e vivibilità. Per noi è un risultato enorme».

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