Quando Pietrangeli disse: «Il padel? È lo sport delle pippe»
Il suo commento ironico nel post Covid. Poi spiegò: «Era una battuta, è uno sport che consente a tutti di divertirsi»
Sassari «Il padel? È lo sport delle pippe». Ironico, provocatore, assolutamente senza filtri. Nicola Pietrangeli – scomparso questa mattina 1 dicembre – lo dimostrò anche qualche anno fa, nel post covid, quando il padel colonizzava sempre più spazi e faceva sempre più proseliti tra gli ex tennisti. Era esplosa la moda: sei allenamenti alla settimana, lezioni private col maestro, clinic (si chiamano così gli stage) col campione spagnolo di turno, bandeja, vibora, chiquita, controparete... poi arrivò Nicola Pietrangeli e in cinque parole smontò tutto: «Il padel è lo sport delle pippe». E moltissimi si riconobbero in quella definizione. Probabilmente almeno il 90% dei giocatori di padel, felicemente consapevoli del rango di “pippa”. Insomma, non è una novità, c’è sempre un po’ di spocchia e body shaming nei puristi dello sport: i pallavolisti con i colleghi del beach, i calciatori con il calcetto, e i tennisti con questi cugini un po’ sfigatelli che usano padelle al posto della racchetta . Ma Pietrangeli, molto divertito dall’aver sollevato un polverone alla sua maniera, poi decise di correggere il tiro. «Naturalmente la mia è una battuta – precisò – Il padel permette a tutti di divertirsi. Anche gli scarsi si divertono. Uno che gioca male a padel si diverte senza dubbio di più di un tennista scarso, che la palla non la tocca mai e quindi alla fine si annoia». E ancora: «Qui le distanze sono più brevi e tutto è più facile: magari uno pensa di tirare delle gran bombe, ma poi alla fine, gira gira e quei tiri non sono affatto delle bombe».
Quello di Pietrangeli, in maniera molto colorita, non era altro che un complimento allo sport del momento. Il riconoscergli la democratica capacità di spalmare il divertimento su tutti i livelli di gioco, dalla pippa alle prime armi, a quella semi pro. Superando quindi il peccato originale del tennis, quello di un bagaglio tecnico indispensabile per divertirsi: per mettere in campo quattro scambi consecutivi occorre un annetto di allenamento. (lu. so.)
